Al di là del tecnoscetticismo e del neoluddismo, sono molti i pensatori che negli ultimi mesi si stanno occupando dei difetti di Internet. Dopo Umberto Eco, che aveva definito il web “idiota”, è la volta di Bruce Sterling, uno dei massimi esponenti del filone cyberpunk.
Secondo Bruce Sterling, collaboratore di Wired e XL oltre che noto scrittore fantascentifico, pensiamo di vivere nell’era del network ma presto ci accorgeremo che è tutta un’illusione. Stiamo vivendo la stessa illusione dell’era atomica, quando tutti pensavano fosse bello farne parte e ora lo nascondono. Come il Cern di Ginevra, che secondo Sterling fa di tutto per nascondere la parola “nucleare” sotto la lettera “n”.
Gli autori statunitensi che presto ci faranno cambiare idea sono, a detta di Sterling, Nicholas Carr, Andrew Keen, Evgeny Morozov, fino al pioniere della realtà virtuale Jaron Lanier. Sono tutti autori che si stanno già occupando dei difetti di internet.
Nei prossimi anni faranno di tutto per presentarne le virtù in modo devastante: diranno che si tratta di un sistema non organizzato, in mano alle folle, debole, degradato, ossessionato dall’immediatezza. Qualcuno sosterrà pure che bisognerebbe recuperare la purezza dell’età analogica, cercando di farci credere che trent’anni fa la società era più civilizzata solo perché aveva la TV in bianco e nero.
L’intervento dello scrittore si è concluso con una riflessione sulla contemporaneità. Bisogna essere “contemporanei” e non “temporanei”, nel senso che non si può ragionare per dicotomie destinate a scomparire in poco tempo, come “analogico/digitale”, “reale/virtuale”, “online/offline”. L’importante è trovare la propria identità e passare il testimone alle generazioni future.