Nato nel 2009, il progetto Bump è riuscito a raggiungere quota 7 milioni di utenti in breve tempo, con oltre 25 milioni di download dell’applicazione tramite gli store per iPhone e Android. L’iniziale successo ha fatto sì che alcuni finanziatori (tra i quali Sequoia, presente anche tra i sostenitori del progetto Square) abbiano deciso di effettuare un’importante iniezione di fiducia nel progetto, che in termini pratici è concretizzata in 25 milioni di dollari versati nelle casse di Bump.
Da semplice strumento per condividere contatti tra dispositivi mobile, Bump si è evoluto nel tempo aggiungendo la possibilità di trasferire foto, musica, calendari e altre informazioni da un terminale all’altro semplicemente scuotendoli nello stesso istante. Una delle ultime funzionalità introdotte permette di effettuare pagamenti tramite PayPal direttamente dallo smartphone: per quanto innovativa, a quanto pare tale funzionalità rappresenta solo il primo di una serie di passi che avvicineranno Bump al mondo business.
L’intenzione degli sviluppatori è infatti quella di fornire a manager, direttori di negozi e ristoranti, musicisti e chiunque necessiti di interagire con i propri clienti un metodo semplice e veloce per farlo. Il binomio business-mobile è dunque al centro dei progetti futuri di Bump, che vuole proporsi come soluzione non solo per la condivisione di dati ma come interfaccia tra cliente e commerciante: tra i possibili scenari di utilizzo, ad esempio, figura quello di un concerto durante il quale una band invita i propri fan ad avvicinarsi per ricevere gratuitamente alcuni brani in formato MP3, magari in cambio di una registrazione al proprio sito web o alla propria mailing list.
Le ambizioni dei creatori di Bump sono piuttosto forti. Imporsi in un settore come quello mobile significa lanciare un qualcosa di innovativo e allo stesso tempo gradito a buona parte dell’utenza. I primi due anni di vita del progetto hanno mostrato importanti segnali di interesse nei confronti di Bump, che vuole fare ora il salto di qualità per rappresentare una seria minaccia per tutti i principali servizi attualmente disponibili ed in grado di mettere in comunicazione “di prossimità” i dispositivi mobile.