Sono trascorsi sette anni da quel primo cinguettìo di Jack Dorsey, nel quale invitava i colleghi a mettersi al lavoro sulla nuova creatura, twttr (all’epoca si chiamava così, senza vocali) senza sapere che sarebbe stato l’inizio dell’avventura di uno dei più grandi social network del mondo. Lo staff pensava alla messaggistica telefonica, poi Twitter maturò tra il 2007 e il 2010, dai primi eventi tecnologici con veri boom di follower fino alla primavera araba, giro di boa della sua storia. Oggi festeggia il settimo compleanno in grande salute con quasi 300 milioni di utenti attivi.
Il primo tweet, le vicende mondiali raccontate da testi di 140 caratteri, la comparsa dell’hashtag, un metadato di così grande successo che è diventato come la @ delle e-mail, una funzione iconica universale, le sfide per diventare una piattaforma integrata di notizie, di musica.
inviting coworkers
— jack (@jack) March 21, 2006
Jack Dorsey deve sentirsi ormai proiettato verso altro, visto che ha rivelato in una intervista alla celebre trasmissione 60 minutes di essere interessato a candidarsi a sindaco di New York nel 2014, sostituendo un collega della generazione precedente: Bloomberg è stato un potente innovatore tecnologico dell’economia americana negli anni Settanta e Ottanta. Per non parlare del fatto che è un noto utente di Twitter.
La politica piace al microblogging e il sentimento è ricambiato. I rapporti tra politici e campagne elettorali sono sempre più forti, e la geopolitica gli deve anche di più, alcuni fenomeni popolari sono influenzanti da questo strumento in misura tale che si fanno sentire anche dopo anni. Si è citata la primavera araba: forse non tutti sanno che il posto del mondo dove Twitter è più diffuso è il Medio Oriente e non gli Stati Uniti come si potrebbe pensare.
Una ricerca di GlobalWebIndex ha mostrato che il coefficiente di penetrazione – cioè la percentuale di utenti del web attiva rispetto alla popolazione – più alto al mondo si trova in Arabia Saudita, con il 51%, la Turchia è seconda col 39% e di nuovo il medioriente più profondo con gli Emirati Arabi Uniti al 34%. Il primo paese europeo è la Spagna, al quinto posto, mentre l’Italia con il 18% si attesta al nono posto di questa speciale classifica dietro la Russia. Gli USA sono quindicesimi col 5%.
C’è un altro elemento che caratterizza questo compleanno ed è il brevetto. Come ha pubblicamente fatto “Biz” Stone dal suo account, da oggi i creatori di Twitter possono considerarsi inventori. Il brevetto è stato rilasciato l’altro ieri e parla genericamente di un «sistema di collegamento da uno a più punti che permette l’invio di messaggi a più destinatari».
Look Ma, I'm officially an inventor (my dream as a kid)! http://t.co/23klC7jOUu
— Biz Stone (@biz) March 19, 2013
L’azienda ha confermato la notizia, spiegando che non si tratta di una politica aggressiva verso altri social, quando piuttosto di una strategia difensiva, per evitare controversie che scavalchino i detentori delle singole carattestiche del social:
Abbiamo pensato molto a come possono essere sfruttati i brevetti in futuro, motivo per il quale abbiamo introdotto un accordo per mantenere il controllo di tali brevetti nelle mani di ingegneri e progettisti.