Facile a dirsi “buon Natale“. In realtà sarà un Natale particolare. Arriva nel mezzo di un periodo nel quale le preoccupazioni sono tante e la voglia di sognare un futuro migliore pervade i pensieri di molte, troppe, famiglie. Arriva dopo l’IMU e prima di nuove elezioni, al centro di un tira e molla politico che va a stressare una situazione già nervosa di per sé. Il Natale 2012 è un Natale estremamente puntuale, che si infila nel momento peggiore per suggerire una pausa, un momento di riflessione, una boccata di ossigeno prima di ripartire.
Facile dirsi bonariamente “buon Natale”. Ma noi siamo qui a dirlo perché proprio su queste pagine tentiamo di portare avanti un messaggio di speranza ogni giorno confidando in un mondo particolare, quello dell’innovazione, che trasuda speranza dal proprio DNA. Innovare significa guardare avanti, significa migliorare, significa nutrire ambizioni. Significa lavoro, significa creatività, significa tutto quel che l’Italia più potrebbe desiderare.
Quando parliamo di smartphone o tablet, infatti, vediamo ben di più di un normale gingillo tecnologico nelle mani del mercato: vediamo una speranza nelle mani della gente, perché è la gente che fa la storia, e nuove potenzialità nelle mani delle persone possono essere una grande speranza nelle mani di tutti.
Gli auguri quindi vanno a tutti noi e tutti voi. Non a chi crede ingenuamente che la tecnologia possa essere la soluzione di tutti i mali, ma a chi è davvero convinto del fatto che rappresenti una speranza a cui appigliarsi, uno strumento su cui coltivare le nostre capacità per metterle a frutto nel migliore dei modi.
Gli auguri vanno a chi crede nell’Agenda Digitale non come ad un libercolo da leggere ed ignorare, ma come un manifesto programmatico in grado di andare addirittura oltre i suoi stessi contenuti: una Agenda Digitale che liberi l’Italia da un po’ di ragnatele e che torni a far respirare al nostro paese la voglia di correre.
Gli auguri vanno a chi, nel bel mezzo della bufera, ha ancora voglia di dare un significato al termine “startup“. L’augurio è quello di non diventare fenomeni da baraccone, ma veri motori di innovazione; l’augurio è quello di non finire in mano ad un circo mediatico parassita, ma di trovare una sponda solida e saggia in pagine che sappiano dare onore al merito e speranza a chi se la guadagna.
Gli auguri vanno a chi crede nell’open data come ad una sublimazione della trasparenza e al cloud computing come ad una nuova rappresentazione dell’efficienza. A chi dietro la “spending review” vede tanta tecnologia in grado di ottimizzare processi, annullare inefficienze ed alleggerire la burocrazia. A chi vede nell’innovazione un orizzonte ed una direzione, non solo piccole parentesi. Solo a chi ci crede davvero, quindi, e non a chi ne fa invece un manifesto vuoto e ingenuo di promozione mediatica.
Gli auguri vanno a chi crea e chi sviluppa, ma anche a chi si arma di consapevolezza per usare al meglio gli strumenti ed interpretare in modo ottimale quel che la tecnologia ci consente di fare oltre al gioco, al sollazzo ed al chiacchiericcio; a chi costruisce una vita online per migliorare la propria esistenza e non a chi cerca o propone invece solo una anonima e sfuggevole via di fuga.
Gli auguri vanno a tutti quelli che hanno collaborato alla nuova versione di Webnews: tecnici, autori, sviluppatori e chiunque abbia riposto il proprio impegno su queste pagine. Un augurio e un grazie, entrambi di cuore.
Gli auguri vanno a tutti quelli che, come tutti noi, credono che ci sia un modo più vero e vivo di studiare e discutere di tecnologia, e di chi ce lo dimostra con le proprie condivisioni ed i propri commenti, le proprie segnalazioni e la propria partecipazione: ogni “mi piace” è un debito di gratitudine ed un motivo nuovo per un ulteriore “buon Natale”.
Buon Natale da tutti noi, quindi, ma non un “buon Natale” qualunque. Buon Natale davvero, perché ci crediamo. Perché sia davvero un nuovo inizio, perché sia davvero quella goccia di speranza in grado di cambiare il colore del futuro che inizierà domani. Buon Natale a chi ci crede come noi, perché è solo da chi ci crede che potrà nascere qualcosa di buono. Qualcosa di vero. Qualcosa di giusto.