BYD Company Limited è una compagnia di Hong Kong con sette basi produttive (tra Guandong, Beijing, Shanghai e Xi’an) e con uffici sparsi tra Europa, America, Giappone, India, Corea, Taiwan e altre regioni del mondo. Recentemente, in particolare sui quotidiani economici e nei blog dedicati alle auto, se ne sta parlando molto per via del lancio del modello d’autovettura F6 con modalità DM (Dual Mode), visibile sul sito.
Di cosa si tratta? Della prima “vettura ibrida plugin”, come si legge in un articolo di Business Week. In sostanza, un veicolo “ibrido” di nuova generazione in cui la batteria elettrica promette non solo di ridurre significativamente emissioni e consumi del carburante tradizionale, ma anche migliori performance, lunga durata e possibilità di caricamento dalle normali prese di corrente.
Certo, anche il general manager di BYD Auto sa che, in città come Shanghai, difficilmente si può pensare di tirare cavi d’alimentazione dall’appartamento alla macchina, per ricaricarla… Il punto però è un altro: BYD nasce come industria del genere IT, specializzata tra l’altro nella fabbricazione di batterie (per cellulari, laptop, eccetera), che sviluppa un ramo automobilistico.
Si tratta di un’azienda il cui marketing, al momento, ruota attorno agli investimenti in R&D. Se guardiamo il sito, dove BYD viene presentato come acronimo di “Build Your Dreams”, al momento non troviamo quegli strumenti di personalizzazione che siti di altre aziende automobilistiche offrono (ad esempio, il percorso Fiat “Scegli la versione”, “Scegli il colore”, “Scegli gli optional”, “Riepilogo”).
In sintesi: BYD si caratterizza per un sito Internet molto poco evoluto rispetto ai concorrenti (proprio sul piano del marketing), ma la sua direzione R&D viene giudicata da più parti come antesignana delle tendenze future.
Sarà proprio così? Se l’urgenza particolarmente sentita nelle città cinesi è quella di ridurre emissioni e inquinamento da combustibili fossili, la soluzione verrà da motori ibridi ed elettrici ricaricabili dalle prese tradizionali? Ci sarà “abbastanza” elettricità da sostenere questi consumi? E il solare?
Per chi si occupa di marketing, la domanda però è principalmente un’altra: in settori come quello dell’energia, qual è la correlazione tra R&D ed effettive possibilità di “contattare” il mercato dando l’impressione di rispondere a esigenze individuali (di contribuire alla “costruzione” dei sogni del cliente)?