Con le azioni che scendono e la borsa che continua il suo sciame tellurico, l’economia tende a rendere sempre più evidente le due facce della propria medaglia: i rischi e le opportunità. Trattasi di due realtà che viaggiano in parallelo, ed il ciclo che aveva portato la borsa ai propri massimi solo qualche mese fa potrebbe ora essere vicino al suo momento peggiore. Il che, per chi ha soldi in cassa, significa possibilità di crescita.
Ne parla Reuters, ne parla Forbes: sono in tanti a guardare alla borsa in attesa di passare al contrattacco, pur con il rischio di scoprirsi. I grandi gruppi della Silicon Valley, soprattutto, hanno in cassa un gruzzolo importante accumulato negli anni passati e quanti hanno ora performance tali da permettere manovre coraggiose potrebbero cogliere il momento per compiere un importante balzo. Tutto, però, al momento tace.
Hewlett Packard, 11.3 miliardi di dollari. Cisco, 33.6 miliardi di dollari. IBM, 12.3 miliardi di dollari. Microsoft, 23.9 miliardi di dollari. Symantec, 2 miliardi di dollari. Google, 10.5 miliardi di dollari. Le aziende che hanno ben reagito alla crisi con forti azioni di taglio dei costi si trovano ora con un importante tesoro al riparo dalle fluttuazioni della borsa e potranno approfittarne per acquistare nuovi mercati e piccole start-up. Quella che è la ricchezza di una azienda non è però la ricchezza dell’economia, poiché risparmio e velocità di circolazione della moneta non vanno volentieri di pari passo. In questo momento il rallentamento sta toccando il suo climax, ed è per questo che entro pochi mesi la tendenza potrebbe invertirsi. Secondo Enrique Salem, CEO Symantec, occorre pazienza: non è ancora il momento di sbilanciarsi, perchè per molti mesi la situazione non dovrebbe cambiare. John Chen, Chief Executive Sybase, conferma la necessità di prudenza ulteriore, attendendo altri mesi di stasi prima di un possibile recupero.
Ari Balogh nei giorni scorsi ha espresso per Yahoo maggiore eccitazione, confidando il proprio interesse per il mondo circostante con particolare attenzione per il social networking. Quest’ultimo campo, sempre in attesa di capire come produrre moneta oltre ad un esasperato ed infruttuoso successo, è sul versante opposto pronto ad affiggere il cartello “vendesi”: Facebook è valutato dai 3 agli 8 miliardi, Twitter non perde occasione per proclamare la propria indipendenza, Twine cresce cercando un posto tra i grandi e Friendfeed rallenta il passo con il rischio di perdere il treno buono.
Le previsioni degli esperti di macroeconomia indicano per il 2010 le prime speranze di ripresa. Mancano dunque ancora 6/12 mesi prima di avere in mano qualcosa di maggiormente concreto. In questo lasso di tempo si giocherà d’azzardo, con qualcuno pronto a mettere a segno colpi anticipati ed altri in attesa del momento buono. Quel che la borsa ipotizza e spera è che le quotazioni possano raggiungere quanto prima il loro valore più basso, così che la spinta speculativa possa riportare in alto l’intero listino: non è cosa di breve periodo, ma chi investe inizia a sentire, dietro l’odore di bruciato ereditato dai mesi scorsi, anche il profumo dell’opportunità.