A Roma si è svolta qualche giorno fa, nella sala della lupa di Montecitorio, la relazione annuale del presidente dell’AGCOM, dove Calabrò ha di nuovo ammesso come la separazione funzionale della rete di tlc è nell’interesse di tutti gli operatori e della stessa telecom che oggi la possiede.
Siamo il secondo paese europeo per linee in ULL con quasi 3 milioni di linee e con il più basso canone per linea in Europa.
Ecco le parole di Calabrò “La separazione funzionale della rete di tlc “è nell’interesse di tutti gli operatori e della stessa Telecom. Quel che importa di più e’ che è nell’interesse generale. La separazione funzionale, in un mercato come il nostro caratterizzato da un deficit competitivo di natura strutturale, è il rimedio più efficace per risolvere i problemi concorrenziali, di accesso al mercato, di trasparenza, di abbattimento del contenzioso, e al tempo stesso di sviluppo del settore, anche in vista della realizzazione di reti di nuova generazione. La separazione funzionale della rete di accesso, è una soluzione win-win, un gioco a somma positiva“.
Calabrò ha ricordato il lavoro fatto finora dall’Agcom, con la consultazione pubblica da poco conclusa, che ha visto la partecipazione di molti operatori del settore e delle associazioni dei consumatori: “stiamo ora esaminando le osservazioni pervenute. Il percorso è delicato e complesso, ma vogliamo venirne fuori entro l’anno dialogando con tutti, Telecom in primis” anche se il fatto che “il nuovo assetto proprietario della società non sia ancora perfezionato allunga i tempi di interlocuzione, la separazione è la risposta all’anomalia italiana che vede la quasi completa assenza di infrastrutture alternative alla rete di accesso in rame di Telecom” e al fatto “che la quota di mercato al dettaglio della banda larga di Telecom Italia rimane ben sopra il 50% e che i prezzi e le offerte sono ancora distanti dalle migliore pratiche europee”.
Durante l’incontro, Calabrò ritorna sulla necessità di una nuova rete la NGN e nell’importanza che nella realizzazione di tale rete entrino come soggetti attivi tutti gli operatore, ricordando ancora una volta il completo appoggio dell’AGCOM nei progetti di sviluppo di tale rete, ormai necessaria, viste le condizioni attuali della rete in Italia, in particolare della vecchia rete ATM.
L’Agcom quindi vuole assicurare “una garanzia dell’accesso, perchè questo è l’ago magnetico della nostra bussola”. Ma di più l’Autorità, secondo Calabrò, non può fare visto l’articolo 41 della Costituzione sull’iniziativa economica privata: “da sola la regolamentazione non basta. E’ l’iniziativa imprenditoriale che deve spingersi oltre. E a me sembra irragionevole che non lo faccia, una volta che sia assicurata la giusta remunerazione degli investimenti nelle reti. Il mercato finanziario nel mondo sembra premiare proprio quelle aziende che più stanno investendo nello sviluppo di nuove rete e di servizi a larga e larghissima banda, vedi il caso degli operatori Usa o dell’ olandese Kpn”.