Corrado Calabrò è stato ascoltato in mattinata presso le commissioni Cultura e Comunicazioni del Senato. La convocazione aveva un obiettivo chiaro: fotografare lo stato dei fatti a seguito delle polemiche sollevatesi nei giorni passati a proposito della bozza di intervento votata presso l’authority per regolamentare il copyright sulla Rete e le responsabilità di azione dell’AGCOM sul tema.
Calabrò ha espresso un punto di vista netto a proposito dei fatti delle ultime settimane: l’AGCOM si è mossa per evitare che la deregulation possa offrire vita facile ai pirati della Rete. L’autorità garante ha insomma ferma intenzione di intervenire sul settore portando non una soluzione definitiva ed assoluta, ma quantomeno un tentativo sperimentale per esplorare il miglior compromesso possibile tra diritti degli utenti ed i diritti di chi possiede la proprietà intellettuale delle opere veicolate sul Web.
Che il principio della rete libera si risolva in un “Far web” non è un esito degno di un paese che creda nel diritto anzichè nella sopraffazione del più svelto e del più spregiudicato
L’AGCOM ha votato la bozza e l’ha riportata in consultazione, sta cercando di concertare un nuovo approccio al tema, ma non transige sulla necessità di compiere un passo avanti deciso contro la pirateria. L’authority difende il proprio operato non solo poiché considera «proporzionato e trasparente» il modo con cui si è proceduto fino ad oggi, ma anche e soprattutto perché «non ha la benché minima propensione a diventare lo sceriffo di internet come qualcuno ha paventato».
La polemica a distanza con il “Sito non raggiungibile” continua pertanto anche nelle ore dell’audizione: alla lettera dei contestatori Calabrò risponde mettendo avanti le buone volontà dell’AGCOM, sottolineando come la bozza sia già un punto di riferimento per i medesimi approcci al copyright negli altri paesi e spiegando come si stia soltanto cercando una risposta organica ad un problema che richiede un intervento immediato.
L’AGCOM respinge insomma l’idea di un “World Wild Web” nel quale l’assenza di regole diventa occasione quotidiana di illecito. Da una parte si chiede di evitare un “far west” del copyright, dall’altra si chiede di evitare la nascita di un nuovo “sceriffo” anti-pirateria. Gli obiettivi colimano, insomma, non le soluzioni. Ed in questa fase di incertezza e scontri dialogici la politica potrebbe facilmente farsi arbitro della partita.