L’introduzione della tecnologia sui campi da calcio è un tema spinoso: quasi un sacrilegio per i puristi, necessaria per chi nutre meno fiducia nella competenza e nell’obiettività di arbitri e guardalinee. Un primo passo è stato compiuto, anche nel campionato italiano, con l’arrivo della cosiddetta goal line technology, l’occhio di falco che in tempo reale segnala al direttore di gara se il pallone ha superato completamente la linea di porta, per assegnare o meno una rete.
In un futuro non troppo lontano la tecnologia potrebbe trovare applicazione anche al di fuori del rettangolo verde. Dalla IFAB (International Football Association Board) arriva una proposta che verrà discussa, approvata o respinta durante un meeting nel mese di marzo: consentire al personale medico di usufruire dei replay in occasione degli scontri più violenti, soprattutto quando è coinvolta una parte del corpo delicata come la testa, per meglio valutare in breve tempo il rischio di una commozione cerebrale. Nel caso, gli addetti alla sicurezza degli atleti potrebbero chiedere la sospensione o addirittura l’interruzione della gara. Una misura, ovviamente, che mira a tutelare la salute dei calciatori.
Abbiamo appreso da ricerche scientifiche e dagli altri sport che l’hanno introdotto, come disporre di una migliore valutazione dell’infortunio e di una visione dell’intensità nonché sul punto del contatto, consenta di valutare meglio una potenziale commozione cerebrale.
Un sistema di questo tipo è già in fase di test sui campi del rugby inglese. Si ricorda che la FIFA, già nel 2014, ha modificato la propria normativa in modo da consentire agli arbitri di fermare il match, per un massimo di tre minuti (da recuperare poi nell’extra time), quando un giocatore subisce un colpo al volto. Una situazione che si verifica spesso in occasione di cross o contrasti sui palloni alti, così come nelle uscite dei portieri.
Secondo Lukas Brud, segretario IFAB, questa sorta di moviola consentirebbe di evitare il ritorno in campo di atleti che potrebbero aver subito un impatto potenzialmente pericoloso. La stessa associazione assicura che saranno attuate tutte le misure necessarie affinché non si verifichino abusi, ad esempio impedendo a calciatori della squadra ospite di rientrare dopo un infortunio lieve e senza conseguenze.