Forse non tutti conoscono Brad Guzan, calciatore statunitense di origine polacca, portiere degli Atlanta United e della nazionale a stelle e strisce. Nel fine settimana è sceso sul rettangolo di gioco con la rappresentativa All-Stars della Major League Soccer per sfidare la nuova Juventus di mister Allegri. A suo modo passerà alla storia per essere stato il primo atleta di questo sport a indossare un microfono e un auricolare durante il match.
Guzan è stato intervistato nel corso della partita, come si può vedere dal filmato in streaming di seguito. Ha chiacchierato con il commentatore per raccontare la prospettiva di un match vista dagli occhi di un portiere intento a organizzare la difesa e a respingere gli attacchi degli avversari, lasciando udire le urla rivolte ai propri compagni di squadra. Un esperimento condotto nel contesto di un amichevole e che si presume non verrà replicato (almeno a breve) in gare ufficiali. È l’ennesima dimostrazione di come la tecnologia stia invadendo, nel bene e nel male, il campo. In questo caso il fine è però esclusivamente quello dell’intrattenimento del pubblico, a differenza di quanto visto ad esempio con la VAR e con la Goal Line Technology per stabilire se il pallone ha oltrepassato o meno la linea di porta.
Immaginiamo che non tutti i calciatori vedrebbero di buon occhio l’impiego di un simile sistema, per ovvie ragioni. Fosse stato utilizzato in passato, però, avremmo conosciuto in tempo reale la risposta a una domanda che ci ha accompagnati per lungo tempo: cosa ha detto Marco Materazzi a Zinédine Zidane nella finale del 2006 di Berlino che ha poi visto gli azzurri salire sul tetto del mondo, tanto da scatenare la violenta reazione del francese.