«Le persone che usano Internet per distribuire informazioni provenienti da altre fonti possono non essere responsabili se il materiale è considerato diffamatorio»: così Reuters riporta quella che è la sentenza della Corte Suprema della California, una decisione che non solo rovescia una precedente sentenza di marchio contrario, ma determina un precedente che rende la California uno dei paesi più liberi al mondo in quanto a blogging.
La sentenza va dunque a salvaguardare l’importante funzione di eco e passaparola che la blogosfera compie per propria natura. L’impianto della decisione è tale per cui un blogger non dovrà più preoccuparsi preventivamente della leicità o meno di ciò che va a riportare, lasciando così le responsabilità di una eventuale diffamazione solo a chi è autore originario di un contenuto riportato in rete.
Di tutt’altro segno è, invece, l’atmosfera attuale che si respira in Egitto: un nuovo caso di arresto per un blogger viene segnalato dalla BBC e va ad aggiungersi all’elenco già numeroso che confina il paese africano agli ultimi posti nella speciale classifica RSF relativa alla libertà di espressione. Rami Siyam, insieme a tre amici, sarebbe detenuto senza che alcuna motivazione sia stata addotta. Abdel Kareem Nabil, spiega l’articolo, è stato arrestato invece ad inizio Novembre per aver espresso idee proprie circa il presidente Hosni Mubarak, circa la libertà religiosa ed a proposito di altri concetti potenzialmente pericolosi per il mantenimento dell’ordine pubblico. Reporters Without Borders cita altri casi simili seguendo da vicino soprattutto la libertà dei blogger, espressione della libertà d’espressione del privato cittadino.
Va sottolineato come il fenomeno blogging si sia evoluto con enorme velocità e non sempre le varie legislazioni hanno saputo adattarsi con sufficiente elasticità al nuovo strumento. La sentenza californiana ha in tal senso una importante funzione di guida, rappresentando un peculiare indicatore che tornerà presumibilmente utile nel momento in cui altri legislatori o altri giudici metteranno mano alle normative in vigore.