Approvata. Il voto del Senato californiano ha definitivamente sancito il proprio consenso alla SB 1822, la cosiddetta “legge anti-GMail”. L’esatta valutazione delle opportunità circoscritte dal provvedimento emergerà nel tempo mediante l’attuazione della stessa, ma ad un primo acchito i commenti non sono stati unanimi e secondo alcuni, anzi, la legge permetterà a Google di dare vita al proprio servizio mail senza sacrifici eccessivi.
Immediati giungono i commenti delle parti in causa. Liz Figueroa, la promotrice del testo approvato, sottolinea come la legislazione ha «garantito che le nostre comunicazioni private rimarranno tali». Dalla parte opposta Google conferma la propria discreta posizione di neutralità e sottolinea la collaborazione prestata alla senatrice per meglio individuare i migliori parametri da applicare alla nuova norma: «noi crediamo di aver raggiunto un accordo concettuale sulla maggior parte dei punti chiave, ma l’accordo non c’è ancora sui dettagli […] il lavoro rimane sullo specifico linguaggio della normativa».
Rispetto al testo iniziale la modifica più sostanziale riguarda uno dei punti che avrebbero maggiormente limitato le possibilità di GMail, ovvero il previo accordo dei mittenti al deposito ed allo scanning delle mail inviate nelle caselle di posta “@gmail”. Se la privacy dei titolari delle caselle di posta va tutelata, infatti, altrettanta attenzione va rivolta a chi, pur non possedendo tale casella, vi invia messaggi. Su questo punto si è raggiunto il compromesso e <b.
La legge vieta espressamente la connessione tra contenuti e persone fisiche, la cessione a terzi dei dati ottenuti dallo scanning delle mail ed obbliga altresì il servizio a cancellare definitivamente le mail alla richiesta dell’utente. La legge passerà ora all’Assemblea di Stato, ove i democratici hanno la maggioranza e la SB 1822 non dovrebbe incontrare più ostacoli.