Cambridge Computer Z88

Cambridge Computer Z88

Il Cambridge Computer Z88 deriva dal “Progetto Pandora” che la Sinclair Research portò avanti verso la metà degli anni ’80 nel tentativo di realizzare una versione portatile dello Spectrum.

Dopo che Sir Clive Sinclair vendette la divisione computer e il brand Sinclair ad Amstrad nel 1986, una nuova compagnia, Cambridge Computer Ltd, fu fondata per continuarne lo sviluppo.

Lo Z88 fu svelato al Which Computer Show il 17 Febbraio 1987.

Fu uno dei primi computer ad essere “portatile” nel vero senso della parola, non semplicemente “trasportabile”.

Con un peso di appena 900g e l’ingombro di un foglio A4 (294mm x 210mm x 23mm), presenta una tastiera full-size, un dislay LCD e tre slot di espansione per RAM, ROM ed EPROM.

La principale applicazione integrata è PipeDream che svolge le funzioni di word processor, foglio di calcolo e database; è presente anche il BBC BASIC e numerose altre utility.

Lo Z88 è basato su una versione a basso consumo della popolare CPU Z80 funzionante a 3.3 MHz. La memoria è costituita da 32KB di RAM e 128KB di ROM che contiene il sistema operativo, chiamato OZ.

Una batteria tampone mantiene i dati in memoria per il tempo necessario a sostituire le 4 batterie stilo alcaline con le quali è alimentato (che garantiscono circa 20 ore di utilizzo).

Il sistema operativo ha l’interessante caratteristica di switchare tra le applicazioni mettendole in uno stato di attesa nel momento in cui è richiesta l’esecuzione di un altro task. Il numero contemporaneo di applicazioni sospese dipende dal quantitativo di memoria installata.

C’è anche un piccolo speaker ma il suo uso è limitato a dei beep di avviso. Il display LCD ha una risoluzione di 640×64 pixel con contrasto regolabile, ha solo otto linee di testo ma è chiaro e sorprendentemente pratico nell’uso.

Lo schermo è diviso in un’area testo di 104×8 caratteri, sulla sinistra, e in un’area grafica di 256×64 pixel sulla destra.

Lo Z88 non disponeva di un dispositivo interno di archiviazione dei dati, e questi venivano salvati su una cartuccia Eprom inserita in uno dei tre slot.

Grazie ad una porta seriale/parallela poteva essere collegato ad altri computer: con un apposito software, lo Z88 veniva riconosciuto come un normale drive esterno e la condivisione dei file era immediata.

La grande autonomia, l’uso di pile standard, le dimensioni, la facilità d’uso, la velocità di accensione e di spegnimento, ne facevano una macchina veramente unica nel suo genere ed eccezionale per l’epoca.

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