Nel mese di aprile l’agenzia spaziale statunitense e quella europea (NASA ed ESA) hanno siglato un accordo finalizzato alla progettazione di una tecnologia in grado di portare sulla Terra campioni del suolo di Marte, così da poterli analizzare in laboratorio e approfondire la conoscenza del pianeta rosso. Oggi si compie un passo in avanti per il raggiungimento dell’obiettivo.
ESA ha annunciato un finanziamento pari a 5,2 milioni di dollari nel team di Airbus operativo a Stevenage (Inghilterra), al fine di realizzare il concept di un rover capace di effettuare l’operazione. La squadra è la stessa già al lavoro sull’unità ExoMars che sarà inviata nello spazio nel 2021. Il compito del modulo, che stando alle previsioni dovrebbe raggiungere Marte nel corso del 2026, sarà quello di individuare in modo del tutto autonomo i campioni di terreno prelevati nel corso della missione Mars 2020 e abbandonati, raccoglierli grazie al proprio braccio robotico e conservarli. Queste le parole di Ben Boyes, impegnato sul progetto.
Si tratterà di un rover piuttosto piccolo, di circa 130 Kg. Ciò nonostante, i suoi requisiti sono elevati. Dovrà essere in grado di coprire grandi distanze in modo quasi completamente autonomo, pianificando il tragitto da compiere giorno dopo giorno.
Il compito del rover, raffigurato qui sopra nel suo design preliminare, sarà dunque quello di recuperare tutti i campioni estratti da Mars 2020, caricarli e poi portarli al razzo con il quale è atterrato. È inoltre dotato di una videocamera che si occuperà di filmare il lancio successivo: per la prima volta saremo in grado di osservare un mezzo spaziale che abbandona il suolo di Marte. Una volta al di fuori dell’atmosfera del pianeta rosso, il razzo si congiungerà a un orbiter per il successivo viaggio verso la Terra.