Il campo di applicazione maggiormente complesso per l’intelligenza artificiale è la comprensione del linguaggio. «La comprensione semantica di quello che diciamo è veramente il nocciolo» spiega Diletta Milana, data scientist Eni, che in occasione di Campus Party ha parlato dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte del colosso dell’energia. Un caso aziendale di trasformazione digitale che applica la nuova tecnologia dalla fase di ricerca a quella fino alla stazione di benzina.
Ai microfoni di Webnews, la data scientist propone anche la sua vision sul futuro dell’intelligenza artificiale. L’utilizzo che la stimola maggiormente è quello relativo al linguaggio, appunto. «Il riconoscimento immagine è molto piu semplice, è limitato quindi è possibile allenare l’algoritmo a riconoscere la rottura dell’immagine sismica» in modo attendibile. Il riferimento è alla fase di exploration, in cui l’intelligenza artificiale viene applicata, fra le altre cose, per restituire le immagini del sottosuolo. «Quando invece la macchina deve interagire con una persona che parla, per esempio un operatore per verificare lo stato di un impianto, è molto più difficile farle capire il reale significato». L’esempio si può estendere ad applicazioni note anche al mercato consumer dell’intelligenza artificiale, come gli assistenti virtuali. «L’applicazione del linguaggio, la capacità di sintetizzare, e di generare nuovo linguaggio, è la sfida numero uno». E’ una sfida che viene vissuta quotidianamente anche in azienda: «anche noi lo viviamo moltissimo. Con tanti dati non è difficile fare un nuovo algoritmo che analizza le immagini. Ma è difficilissimo estrarre la conoscenza dai testi: il classico problema, è come far capire all’intelligenza artificiale se una frase si riferiva a una cosa appena detta, oppure a due frasi fa». Si tratta di “insegnare” al software un modello di conoscenza, «come quello che ci fa dire che un determinato animale è un cane e non è gatto». Ed è una cosa molto difficile, insiste la data scientist.
Eni a Campus Party 2019, a Milano dal 24 al 27 luglio, ha partecipato non solo presentando le applicazioni dell’intelligenza artificiale in azienda, ma ha partecipato al CP hackaton con una challenge sulle Eni station: i campuseros hanno ideato nuove soluzioni per le stazioni di servizio pensando a come creare valore aggiunto per la clientela e per l’azienda, generare nuove occasioni di traffico e acquisto, immaginare forme di comunicazione non convenzionale per valorizzare prodotti e servizi. Ed è stata presenta alla Job Factory, con iniziative e laboratori per incontrare i giovani.
In generale, Campus Party è occasione per «incontrare persone fanstastiche, ascoltare idee e prospettive diverse in ottica di condivisione, – conclude Milana -, perché anche in relazione a quello che noi pensiamo di fare bene, ascoltare come lo fanno gli altri consente di fare meglio».