La serata televisiva domenicale dell’ammiraglia Mediaset sembrava conclusa con l’eliminazione di Amici, quando il viso preoccupato di Tony Capuozzo ha interrotto la serenità da reality facendo capolino sugli schermi. Con fare perentorio, quasi fosse in diretta da un campo di guerra, il giornalista ha annunciato come in Terra, il settimanale di approfondimento di Canale 5, si sarebbe parlato del tumore di Steve Jobs. Ecco la cronistoria di un necrologio anzitempo.
Così Mediaset ha voluto trattare la notizia più dibattuta della settimana, ovvero i nuovi problemi di salute dell’iCEO. Sebbene nessuno sia al corrente della reale condizione di Jobs, dato che il comunicato stampa diramato da Apple la scorsa settimana non è entrato nei dettagli dei malanni in questione, Capuozzo ne è più che certo: Jobs ha un tumore e, a fidarsi della concitazione con cui è stato annunciato, parrebbe anche grave.
Parte così una lunga sviolinata, di quelle commuoventi e strappacuore che solo certi network televisivi sono in grado di realizzare, che ricostruisce sommariamente la biografia del leader di Apple senza ovviamente mancare il lungo discorso agli universitari di Stanford. Un vero e proprio coccodrillo, per utilizzare un linguaggio giornalistico, che pare tuttavia ignorare un dettaglio fondamentale: Steve è fortunatamente vivo e vegeto.
Non risparmiandosi ovviamente di citare il calo in borsa conseguente all’annuncio, rappresentato quasi come la catastrofica crisi del ’29, Terra quindi prosegue collegando altri argomenti alle vicende di Steve Jobs. La vita dell’iCEO, in effetti, è tanto entusiasmante quanto coperta dal più ferreo riserbo e, per questo, trovare spunti televisivamente vincenti risulta difficile. Vengono quindi presentati le giovani menti alla base del progetto italiano Mashape, forse però lontani dall’intuito imprenditoriale di Jobs, e a seguire una panoramica dedicata ai milionari benefattori, definiti “filantrocapitalisti“, come Bill Gates, Mark Zuckerberg e la coppia Jolie Pitt. Cosa, effettivamente, abbiano in comune con lo Steve di Cupertino non è dato però sapere. Il racconto termina, infine, con la storia del macedone Marko Calasan<, un bambino di 10 anni già ingegnere informatico esperto di Microsoft. In definitiva, è sembrata davvero una mossa azzardata quella della redazione di Terra che, pur giustamente citando i fatti di cronaca più importanti inerenti al mondo targato Mela, forse ha calcato troppo la mano con un servizio che, più che informativo, sembrava un caro ricordo di una persona scomparsa.