Quali sono le differenze tra il cancellare e disattivare un account su Twitter? Il social network conta centinaia di milioni di utenti attivi in tutto il mondo, ma arriva il momento in cui l’utente, anche per motivi personali, vuole darci un taglio. La piattaforma di microblog offre diverse opzioni per farlo, sia la disattivazione che la totale cancellazione, che sono due azioni fondamentalmente differenti.
Per disattivazione si intende l’opzione di “mettere in pausa” il proprio account per un determinato periodo di tempo. La scelgono coloro che sanno di non voler utilizzare il social network, ma solo per un lasso di tempo specifico. Twitter infatti mette a disposizione questa opzione, della durata di 30 giorni: abbiamo anche spiegato come fare in questa guida.
Di certo non disattivano l’account coloro che hanno riscontrato un problema specifico, come ad esempio tweet mancanti, compromissione dell’account, messaggi diretti sospetti, oppure il contatore follower o following non corretto. In questi casi disattivare e riattivare l’account non servirà a nulla. Serve invece nel caso si voglia utilizzare il nome utente o l’indirizzo email su un altro account. In questo caso si deve prima modificare l’account originale, poi disattivarlo.
Cancellare l’account Twitter, a differenza della disattivazione, significa innescare una scelta permanente. Avviene esattamente 30 giorni dopo la disattivazione, se non si procede quindi al login e di conseguenza alla riattivazione dell’account. La differenza sta tutta qui: far passare il mese dalla disattivazione per cancellare definitivamente il proprio account. Twitter in questo modo lascia molte più possibilità agli utenti, che possono scegliere di allontanarsi dal social per qualche tempo o uscirne definitivamente.