Sono stati resi noti i nomi dei candidati alla direzione dell’Agenzia per l’Italia digitale. Non tutti, a dire il vero, perché delle 189 candidature arrivate al ministero della Funzione pubblica (35 in più dell’anno scorso) in 125 hanno autorizzato la pubblicazione del nominativo. Da questo elenco, un po’ diverso da quello dell’anno scorso e anche dalle aspettative, verrà scelto il successore di Alessandra Poggiani.
Il report del ministero con l’elenco dei candidati (PDF) è apparso poco fa proprio sotto il link al bando pubblicato nella sezione notizie del sito lo scorso 30 marzo, subito dopo le chiacchieratissime dimissioni della direttrice precedente (oggi candidata in Veneto). Identiche caratteristiche, identico procedimento di scelta, ma considerando tutto quanto accaduto nell’ultimo anno, qualche differenza con le candidature dell’anno scorso.
Conferme e sorprese
Innanzitutto è confermata l’assenza di Stefano Quintarelli, che ha dunque preferito la sua attività parlamentare, sia individualmente sia come Intergruppo. Al di là della possibile (anche se poco probabile) intenzione di nominare un sottosegretario al digitale – idea che ciclicamente torna in auge senza trovare però grandi sponde fin dai tempi del governo Monti – mancano i nomi forti, già apprezzati dal governo, come il suo e quello di Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione della presidenza del consiglio. Confermate anche le assenze di alcuni che avevano partecipato allo scorso bando, così come le conferme preannunciate, a partire da Nello Iacono.
Tra le candidature interessanti anche se con diverse possibilità di farcela, si segnalano Stefano Stegani, amministratore di Airgrid Network e storico avversario del digital divide, Vittorio Bertola, cinquestelle della prima ora e piuttosto preparato (unico italiano che ha lavorato all’Icann), Paolino Madotto, direttore di Cefirst, si nota anche il ritorno di Scott Marcus, uomo di Francesco Caio, del team di esperti che elaborò il primo report su quello che poi sarebbe diventato il piano banda ultralarga. Non mancano ovviamente i quadri dirigenziali dell’Agid stessa: ad esempio si è candidato Mauro Nicastri, già responsabile dell’area gestione e amministrazione.
Tempi stretti
Il bando è uno strumento che consente di evitare colloqui e altri filtri rispetto alla scelta di un candidato in una rosa di nomi, che verrà al più presto compiuta dalla ministra Madia. Come ampiamente anticipato in queste settimane c’è l’intenzione di ripartire subito dal programma dell’agenda digitale e non sembra esserci grande consapevolezza dei problemi dell’agenzia, o meglio non emerge dalle parole ufficiali, anche se molti credono in una vicina riforma che dovrebbe concentrare più poteri direttamente nelle mani di palazzo Chigi.
Questo significa che bisogna aspettarsi il nome del successore di Alessandra Poggiani al più presto e che si andrà avanti con l’agenda attuale fino a nuovo ordine (o riordine) del governo.