Specie a rischio?
L’arrivo delle fotocamere mirrorless sembrava destinato a spazzare via il segmento delle compatte premium, ma a quanto pare così non è stato. La serie G di Canon è, infatti, più florida che mai: lo scorso autunno il produttore giapponese ha lanciato la bellissima Canon PowerShot G15 e, ora, a distanza di un anno scarso, è arrivata sul mercato la sua erede, la Canon PowerShot G16.
Se la G15 aveva rappresentato un netto salto in avanti nei confronti del modello precedente, stravolgendo sia l’ottica sia il sensore e il design generale, questa nuova G16 è da subito sembrata più che altro un perfezionamento del modello del 2012, con qualche lieve revisione estetica e l’aggiunta di alcune delle caratteristiche accessorie che erano parse assenti nella G15.
Sono dunque sufficienti delle migliorie a motivare l’acquisto del nuovo modello o l’upgrade da quello precedente? Per scoprirlo abbiamo posto a confronto diretto le due fotocamere.
Design e costruzione
Le Canon G sono da sempre costruite con eccezionale cura, il che lascia oggettivamente poco spazio per effettuare miglioramenti da un anno all’altro. Difatti, da questo punto di vista, la Canon PowerShot G15 e la G16 sono sostanzialmente identiche. Entrambe risultano solidissime, impiegano materiali pregiati e offrono un feeling splendido all’impugnatura. Ovviamente, tra i tratti distintivi di questa serie ci sono anche un certo peso e un ingombro non proprio da taschino.
Anche a livello di design e layout dei comandi, i due strumenti sono decisamente simili, ma stavolta si può notare qualche differenza. La prima e più sostanziale è lo spostamento del tasto programmabile (prima presente sul lato sinistro della scocca, sotto al flash), ora posizionato sul grip del pollice, vicino al tasto dedicato alle riprese video. Questo nuovo posizionamento è lievemente più scomodo e rende il lato destro della fotocamera senz’altro più affollato, ma probabilmente si tratta di una scelta inevitabile: nella sua vecchia posizione, infatti, ora troviamo l’antenna Wi-Fi, che costituisce forse la più grande novità della Canon PowerShot G16.
Il resto dei comandi è per lo più identico tra le due fotocamere, con qualche piccola riassegnazione di alcune funzioni sul dorso della G16, ma niente di fondamentale. Anche i menu presentano la stessa operabilità e sono ormai tradizionali per quanto riguarda questo produttore.
In alto, sul corpo macchina è presente il consueto mirino ottico che, nella PowerShot G16 come nella G15, è davvero piccolissimo e risulta ai limiti dell’inutilità, finendo solo per aumentare l’ingombro della macchina. Forse, sarebbe ora di abbandonarlo, o meglio ancora di sostituirlo con un mirino elettronico, interessante caratteristica che cominciamo a trovare in alcune compatte di altri produttori.
Sul fronte del design e della qualità costruttiva, comunque, le due PowerShot ottengono sostanzialmente un pareggio.
Voto G16: 8,5
Voto G15: 8,5
Caratteristiche e usabilità
Nella nostra prova della Canon PowerShot G15, rilevammo come questa fosse una fotocamera dotata di tutte le caratteristiche amate dai fotografi esperti (comandi manuali, doppia ghiera di selezione, slitta per flash esterni, ecc.) e nessuna delle caratteristiche tecnologiche accessorie che sempre più spesso troviamo nelle fotocamere moderne (Wi-Fi, modalità video estesa, touch screen). Ebbene, almeno due di queste lacune sono state colmate con la Canon PowerShot G16: l’inclusione dell’antenna Wi-Fi le consente, infatti, di comunicare con tutti i dispositivi “smart”, mentre la carente modalità video della G15 (limitata a 24fps in risoluzione Full HD) è stata notevolmente potenziata e raggiunge ora lo standard di 1080p a 60fps. A livello qualitativo, i video ne beneficiano decisamente, risultando più piacevoli (sia in quanto a dettaglio sia a fluidità) di quelli catturati dal vecchio modello.
L’altro difetto della PowerShot G15 era una velocità non fulminea nelle operazioni, un aspetto abbondantemente corretto nella nuova G16. La modalità raffica si ferma a 2fps sulla prima, se si vuole mantenere l’autofocus attivo, mentre sulla G16 raggiunge il ben più soddisfacente valore di 5fps circa (addirittura 10 se si disattiva l’autofocus). La differenza è notevole e rende il nuovo modello molto più adatto a chi ama catturare immagini di azione.
Canon dichiara un cambio di marcia simile anche in quanto alla prestazione dell’autofocus (“più rapido del 50%”), ma da questo punto di vista il distacco tra le due fotocamere appare meno evidente: la G15, in condizioni di buona luce, risulta davvero velocissima, tanto da rendere impercettibile o quasi il distacco dalla PowerShot G16. In condizioni di scarsa luce, invece, entrambe le fotocamere si dimostrano molto meno sicure e scattanti come del resto sempre avviene.
Voto G16: 8,5
Voto G15: 8
Qualità dell’immagine
A livello di dotazione puramente fotografica, il cuore della G15 e quello della G16 è praticamente identico, con il medesimo sensore CMOS da 1/1.7″ di diagonale e 12 megapixel di risoluzione, e il medesimo obiettivo equivalente 28-140 mm con apertura massima f/1.8-2.8. Non sorprende, dunque, che anche le performance qualitative delle due fotocamere siano estremamente vicine.
Canon dichiara che l’introduzione di un nuovo processore di immagine dà alla PowerShot G16 un vantaggio in termini di soppressione del rumore digitale ad alti ISO, ma all’atto pratico questa differenza risulta trascurabile. Al valore di 1.600 ISO, la G16 sembra ottenere un dettaglio leggermente meno spalmato e più nitido, ma si tratta, per l’appunto, di una scelta di elaborazione del processore: il rumore digitale generato dal sensore è difatti il medesimo di quello visto nelle immagini della G15.
Ciò significa che entrambe le fotocamere ottengono una prestazione ottima a valori ISO base e perfettamente utilizzabile (specialmente in ambito social network) fino a 800 ISO. Questo vale sia per quanto riguarda il rumore digitale sia gli altri valori fondamentali: incisione del dettaglio, fedeltà cromatica, gestione dei contrasti e soppressione degli artefatti sono tutti campi in cui la G15 e la G16 si comportano in modo eccellente, relativamente alle dimensioni contenute del loro sensore e alla loro fascia di prezzo.
Voto G16: 8
Voto G15: 8
Verdetto
Quali sono, dunque, i motivi per preferire la Canon PowerShot G16 rispetto al vecchio modello? Il più importante, a nostro giudizio, è senz’altro legato alla maggiore velocità di raffica e delle operazioni di scatto in generale, che rende la nuova versione molto più reattiva a fronte di una G15 un po’ sonnolenta. Gli amanti della condivisione sui social network, poi, apprezzeranno anche l’aggiunta dell’antenna Wi-Fi, probabilmente.
A livello di fondamentali fotografici (qualità dei controlli, velocità AF, qualità ottica e di immagine), nuovo e vecchio modello sono però decisamente vicini. Il che è senz’altro un tributo al vecchio modello, che a un anno di distanza dalla sua uscita sul mercato rappresenta ancora un’ottima scelta per tutti i fotografi appassionati in cerca di uno strumento tascabile di qualità.
Considerando che la Canon PowerShot G15 è ancora reperibile sul mercato del nuovo a prezzi fortemente scontati (al di sotto dei 400 euro), è impossibile negare il valore di questa offerta, che invitiamo tutti a considerare. Ai fotografi che già la possiedono e stanno valutando la possibilità di effettuare l’upgrade alla Canon PowerShot G16, invece, consigliamo di aspettare: il prossimo anno porterà probabilmente novità molto più sostanziali nella serie G.
Di contro, però, se della G15 eravate scontenti proprio per la velocità di raffica, la qualità dei video o alla mancanza di connettività Wi-Fi, allora la Canon PowerShot G16 rappresenta sicuramente un acquisto motivato, nonostante un prezzo ufficiale superiore di circa 200 euro a quello del vecchio modello.