Il vostro lavoro viene continuamente messo in discussione? Siete controllati perennemente da un capo che pare non si fidi di voi e delle vostre capacità? Magari il vostro capo è li, continuamente dietro di voi, e vi domanda 100 volte al giorno se avete ultimato questo o quel lavoro.
Sembra sia questo uno dei problemi degli impiegati italiani, i quali, interrogati su ciò che rende più pesante il lavoro, hanno individuato come motivo principale l’oppressione psicologica esercitata dai propri superiori. Ma quali sono le caratteristiche del campo “oppressore”, ed i rimedi più consigliati?
Il primo caso prevede che il capo in questione, forse per ansia o forse per mancata fiducia, verifica tutto quello che fate, ogni vostra mossa, ogni vostra idea. La prima barriera comportamentale da adottare, se ce la fate, è far finta di niente senza parlare.
L’altra strada da intraprendere potrebbe essere quella di ringraziare il capo per le sue premure oppure, sempre con la massima pacatezza, cercare di rassicurarlo sul fatto che i risultati richiesti arriveranno.
Potrebbe anche capitare che il capo sai oppressivo, che vi domandi continuamente la stessa cosa e che non vi lasci fare niente in maniera autonoma. In questi casi si potrebbe praticare la strada dell’attesa, per quanto logorante possa essere.
Al contrario, potreste metterlo a tacere con un qualche risultato sorprendente, un “colpo” che lo lasci a bocca aperta e lo convinca totalmente delle vostre capacità.
Se il vostro superiore incarna in sé tutte queste caratteristiche, allora in bocca al lupo. Non dimenticate però che in questo blog trovate tante offerte per altre aziende e potreste sempre cambiare.
Guardandola con altri occhi, la soluzione più consigliata e anche prediletta dagli italiani, è quella del dialogo. Cercare di parlare con rispetto e tranquillità, a volte può essere meglio di una qualsiasi rivoluzione.