Uno studente e programmatore informatico ventiseienne, Glen Mangham, ha ammesso di aver violato i server Facebook dalla propria abitazione nello Yorkshire, in Inghilterra, tra il 27 aprile e il 9 maggio dello scorso anno, utilizzando l’account di un dipendente dell’azienda che era in vacanza.
Temendo una mossa di spionaggio industriale, Facebook ha dichiarato di aver speso una cifra pari a 200 mila dollari per risolvere nel miglior modo possibile l’attacco informatico subito, chiedendo addirittura aiuto all’FBI. Il giovane cracker ha spiegato che intendeva semplicemente compilare una relazione sulla vulnerabilità del sito, e che avrebbe successivamente inviato il proprio studio ai responsabili della sicurezza del social network. Un test che aveva già effettuato con Yahoo.
Mangham è un fan incallito di Sherlock Holmes, ed è stato descritto dal suo avvocato difensore come un “computer nerd”, il cui obiettivo è violare e aggirare i sistemi di sicurezza di server multipli, come appunto quello di Facebook. Per quanto riguarda il suo attacco, Mangham è riuscito a crackare l’account di un dipendente Facebook mentre questi era in vacanza, ottenendo i privilegi di accesso interno. Il giovane ha poi cercato di cancellare ogni sua traccia, ma, purtroppo per lui, con scarsi risultati.
Secondo l’accusa, Mangham è riuscito a sottrarre al sito di Zuckenberg proprietà intellettuali di inestimabile valore, che ha scaricato sul proprio disco rigido esterno. Il giudice che ha seguito il caso, Alistair McCreath, ha dichiarato che le azioni del ragazzo sono state molto gravi ed hanno portato ingenti danni all’azienda Facebook Inc, danni che peraltro avrebbero potuto potenzialmente essere ancora peggiori. È stato considerato dall’accusa «l’episodio più ampio e grave di social media cracking che sia mai apparso dinanzi ai tribunali britannici». Una azione che vale al ragazzo una condanna pari ad 8 mesi di detenzione.