A partire dal 2014 anche il mondo dei notebook si adeguerà a quello che è stato il percorso già precedentemente intrapreso dal mondo della telefonia mobile: gli strumenti per la ricarica delle batterie saranno standardizzati, così che non si sia costretti ad acquistare un caricatore dedicato per ogni dispositivo in uso.
La scelta ha un principio forte alla base. Da una parte, infatti, si va ad abbattere la produzione di strumenti destinati a diventare rifiuti nel giro di pochi anni, riducendo pesantemente l’e-waste a tutto vantaggio della sostenibilità della produzione elettronica. Dall’altra, si tende la mano al consumatore, il quale potrà acquistare un qualsiasi caricatore, sapendo di poter contare su prezzi migliori e su di una più facile reperibilità (cosa non vera oggi, ove ogni marchio ed ogni modello ha caratteristiche e connettori differenti).
La novità prenderà il via a partire dal 2014: nei primi mesi dell’anno i dettagli tecnici dello standard saranno divulgati dalla IEC (International Electrotechnical Commission) e quindi progressivamente adottati dalle aziende. Il percorso sarà lento e serviranno alcuni mesi prima che gran parte della produzione sia in linea con lo standard. La IEC al momento non si sbilancia sulle tempistiche esatte, ma l’approvazione apre ad un sollecito avanzamento nelle procedure per arrivare già all’inizio dell’anno con la pubblicazione degli estremi a cui le case produttrici dovranno attenersi.
Le cifre divulgate dalla IEC a proposito del quantitativo di rifiuti determinati oggi dai caricatori per notebook fanno riflettere: ogni anno la totalità dei caricatori vecchi, inutili o danneggiati che finiscono nel cestino pesa circa mezzo milione di tonnellate, ossia quanto 500 mila automobili. La semplice adozione di uno standard consentirà di risparmiarne buona parte, poiché il caricatore non sarà più incluso nelle confezioni di vendita e potrà invece essere acquistato a parte, solo e soltanto qualora se e avesse bisogno (potendo dunque trasferire il medesimo caricatore da un device all’altro).
Gli effetti concreti di questo nuovo tipo di gestione dei caricatori arriveranno nel giro di qualche anno, così come successo anzitempo a seguito della standardizzazione dei caricatori per smartphone. La risposta delle case produttrici è stata in questo caso forte, dunque tutto lascia supporre che dall’industria dei laptop (più matura e strutturata) possa giungere un riscontro ancor più favorevole e solerte.
Si va dunque verso un nuovo tipo di distribuzione: i caricabatterie potrebbero non più essere inclusi nelle confezioni, riducendo i costi di produzione, ma potranno essere acquistati a parte, sulla base di una normativa internazionale che li rende tutti omologhi e mutuamente sostituibili. I vantaggi sono evidenti e condivisi, purché la maggior parte del mercato si adegui allo sforzo comune. Cosa che nella telefonia mobile è avvenuta, pur se non nella totalità dei casi: Apple, ad esempio, ancora non ha allineato l’iPhone ai connettori stabiliti, dribblando l’omologazione attraverso una scelta propria che da tempo fa discutere.