«Internet e i social network stanno diventando, ogni giorno di più, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno. I gruppi nati su Facebook per inneggiare alla vile aggressione, subita ieri a Milano dal Presidente Berlusconi, provano, ancora una volta, che è giunto il momento di eliminare definitivamente l’anonimato in rete. Chiedo al Ministro Maroni ed al Ministro Alfano, il quale tempo fa aveva annunciato provvedimenti in tale direzione, di appoggiare la mia proposta di legge anti-anonimato presentata alla Camera dei Deputati qualche mese fa».
La proposta è portata avanti da Gabriella Carlucci, alla Camera presso le fila del Popolo delle Libertà, e non è certo una proposta nuova: la battaglia della Carlucci contro il cosiddetto “anonimato” della Rete è una battaglia che a suo tempo venne già promossa con grande forza, pur scontrandosi con una natura opinabile che sembrava portare la bozza più verso una tutela delle major della musica che non verso un reale arricchimento del profilo legislativo a tutela dei minori (secondo quelle che erano le intenzioni paventate). Il nuovo intervento della Carlucci giunge a 24 ore dall’aggressione a Silvio Berlusconi, facendo leva sulla protesta che si sta sollevando attorno ai gruppi su Facebook (e correlate deviazioni), tramite il blog della parlamentare.
Continua nel proprio intervento l’on. Carlucci, argomentando la bontà della propria proposta: «Un provvedimento che non è contro la rete, non è contro la libertà di espressione, ma contro i criminali che abusano di Internet per infrangere la legge. È inconcepibile ed inaccettabile che al gesto incontrollato di un folle sia seguita l’adesione fredda e cosciente di migliaia di persone. I social network non sono più luoghi di incontro e socializzazione virtuale. Si sono trasformati in pericolose armi in mano a pochi delinquenti che, sfruttando l’anonimato, incitano alla violenza, all’odio sociale, alla sovversione».
La prima proposta di legge era stata avanzata a inizio 2009. Ci scriveva ai tempi l’on. Carlucci, in approfondimento della bozza firmata, con una lettera pubblicata su Webnews il 6 Marzo scorso: «Contrariamente a quanto erroneamente affermato da molti che non hanno letto nemmeno la legge ma soltanto delle minime parti, il provvedimento non contiene alcuna previsione sanzionatoria, ma si limita a inquadrare alcuni comportamenti commessi tramite la rete riconducendoli in fattispecie normative già esistenti nel nostro ordinamento». La proposta dell’on. Carlucci non sembra oggi modificata, ma semplicemente riproposta pari pari. Non resta che linkare la bozza originaria, insabbiatasi nel tempo sotto il peso delle polemiche e delle difficoltà che l’intervento avrebbe comportato.
La proposta Carlucci si inserisce in un complesso di proposte che il Governo potrebbe portare avanti nelle prossime ore per regolamentare in modo differente la Rete italiana. Dai ministri Maroni e Alfano sono già giunte precise indicazioni in tal senso, senza però nessuna proposta al momento concretamente avanzata in sede di dibattito.