Carrier IQ, azienda che si occupa dello sviluppo dell’omonimo software per smartphone attualmente al centro dell’attenzione per presunte violazioni della privacy degli utenti, rigetta le accuse al mittente e scende in campo per difendere la propria posizione. Una difesa che verte su un punto fondamentale: l’applicazione ha sì lo scopo di catturare alcune informazioni sull’utilizzo dei device, ma esclusivamente con lo scopo di permettere ai carrier ed ai produttori di offrire ai propri clienti un servizio sempre migliore.
«Il nostro software riceve un grosso quantitativo di informazioni dal sistema operativo» ha dichiarato Andrew Coward, vicepresidente del settore marketing di Carrier IQ, ai microfoni di AllThingsDigital. «Ciò non significa però che quanto riceva sia poi utilizzato per tracciare informazioni sugli utenti oppure siano inviate agli operatori». Le uniche informazioni elaborate dal software accreditato nelle ultime settimane come possibile “spione” sarebbero dunque legate al funzionamento del device, ai servizi telefonici offerti dai carrier ed altri aspetti, senza alcuna intenzione di estrapolare informazioni sensibili e violare la privacy degli utenti.
«Non leggiamo i messaggi, ma rileviamo quando uno è in arrivo, vediamo il numero di telefono del mittente, ma non archiviamo, analizziamo oppure trasmettiamo alcuna informazione sugli SMS» ha proseguito Coward. «Se una chiamata viene interrotta, l’operatore desidera conoscere il perché: così registriamo dove la chiamata è stata bloccata e le celle alle quali il dispositivo era collegato in quel momento»: Carrier IQ, dunque, avrebbe esclusivamente lo scopo di tracciare informazioni in maniera del tutto anonima per permettere agli operatori di ottenere dettagli sulla qualità dei propri servizi e su eventuali malfunzionamenti così da correggere il tiro ed aumentare l’asticella della qualità.
Coward prosegue poi evidenziando come il video pubblicato da Trevor Eckhart dimostri che in uno smartphone «vi sono numerose informazioni disponibili», ma non che esse siano «elaborate, archiviate oppure inviate al di fuori del dispositivo». Carrier IQ alza poi le mani dinanzi al modus operandi degli operatori nei confronti delle informazioni passate loro: è compito infatti dei singoli gestori telefonici decidere come trattare i dati a disposizione per quanto tempo conservarli. Carrier IQ, insomma, cerca di difendersi dopo la pioggia di accuse provenienti da tutto il mondo, puntando sulla bontà dei servizi offerti: sta ora agli addetti ai lavori stabilire se il tutto possa aver o meno rappresentato una violazione del diritto alla privacy degli utenti.