Apple ancora sotto accusa in seguito alle violazioni della privacy dovute all’impiego di Carrier IQ sui dispositivi iOS. Dopo le spiegazioni chieste dalle autorità tedesche alla società di Cupertino, giunge oggi da oltreoceano la notizia di una class action depositata da tre studi legali nei confronti della mela morsicata, dei produttori HTC, Motorola, Samsung e degli operatori AT&T, Sprint e T-Mobile.
Nonostante l’intenzione dichiarata di sospendere il supporto al software incriminato in iOS 5, così come di rimuoverlo in modo definitivo con il prossimo update della piattaforma, vi è l’esigenza di fare chiarezza sulla questione, individuando le responsabilità di tutte le parti coinvolte.
Il mese scorso sono emerse evidenti violazioni delle leggi federali in materia di privacy, perpetrate da parte degli operatori di telefonia e dei produttori. La scoperta, resa pubblica da un blogger del Connecticut, è relativa al software chiamato Carrier IQ, sviluppato dall’omonima azienda con sede in California, che senza alcuna autorizzazione esplicita si occupa di salvare informazioni personali e dati sensibili contenuti nei dispositivi dell’utenza.
Il 30 novembre, la Commissione del Senato degli Stati Uniti ha sentenziato che si tratta di azioni potenzialmente in contrasto con quanto previsto dalla legislazione vigente, da considerare come un potenziale rischio di entità tutt’altro che trascurabile.
L’obiettivo principale, al momento, è dunque quello di fare chiarezza sulla natura dei dati immagazzinati in modo illecito e sul loro impiego, per poi capire quale parte di responsabilità sia da attribuire allo sviluppatore (Carrier IQ, appunto), a chi si occupa della commercializzazione degli smartphone e alle aziende impegnate nell’erogazione di servizi telefonici.