La diffusione della Carta Etica Digitale aveva fatto sperare che, finalmente, si riuscisse a produrre un documento collettivo per quanto riguarda l’etica di chi crea contenuti nell’era del Web 2.0. In realtà la natura del documento, nella sua ampiezza e generalità, non affronta temi specifici come, appunto, l’etica del blogger, anche se alcuni articoli (5, 6 e 7 in particolare) sfiorano la questione.
Era ancora il 2007 quando già su questo blog avevamo trattato di temi legati al rapporto tra Web 2.0 e giornalismo, ovvero informazione istituzionale.
A mesi e mesi di distanza, i video YouTube, il citizen journalism, l’informazione dal basso sono stati “quasi” sdoganati anche dai vecchi media e, sicuramente, sono considerati nuovi mezzi di comunicazione di massa a tutti gli effetti. L’ipotesi di legiferare in materia di obbligo di rettifica, proposta fortemente osteggiate dalla blogosfera, fa tornare alla ribalta il tema.
Estremizzando la questione, all’ideale di libertà e indipendenza assoluta dell’informazione online si contrappone uno scenario da Grande Fratello. Ma se questo scontro ideologico potesse essere reso superfluo dall’etica dei blogger?
Così come pare sensato (almeno personalmente sono di questo avviso) che chi insulta, diffama, viola la privacy o diffonde informazioni false debba rispondere delle proprie azioni sia che lo faccia scrivendo con una bomboletta su un muro per strada, sia che pubblichi un articolo su un giornale o posti quei contenuti su un blog, non vedo perché dover pubblicare una smentita sia un’attività inaccettabile per chi pubblica contenuti sul Web. Non dovrebbe già essere così?
Ora, una legislazione restrittiva e sicuramente poco consapevole della realtà della blogosfera va osteggiata come possibile. Tuttavia va anche sottolineato come in mancanza di un codice deontologico per i blogger (anche questo tema trattato in tempi non sospetti) e di un riscontro di un’eticità diffusa della blogosfera, sollevare il problema sia quanto meno lecito.
Non è forse una semplice questione di buon senso, correttezza o, se vogliamo chiamarla con un nome altisonante, di etica, se si pubblica un’informazione non corretta rettificarla prima possibile con la necessaria visibilità? Non sta nelle possibilità tecniche di un blogger, così come ha pubblicato una notizia, poter pubblicare una smentita?
Come diceva il supereroe: “da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”. Da blogger e giornalista, non ritengo che si possa davvero ritenere di godere dei vantaggi di poter raggiungere decine di migliaia di persone con un blog fatto in casa e, allo stesso tempo, pensare di non aver nessuna responsabilità nei confronti dei navigatori.
Tornando agli articoli della Carta Etica Digitale, penso che alcuni articoli possano trarre in inganno blogger e aspiranti tali.
“Chiunque condivide informazioni in Internet non è tenuto a rivelare la fonte dell’informazione se non su richiesta dell’autorità giudiziaria.”
Chiunque può ricorrere a sistemi di anonimizzazione etica qualora il Governo del proprio Paese ponga in atto azioni lesive verso i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.
Sono affermazioni che, a una prima lettura, possono far pensare a chi non è del mestiere e non conosce la legislazione specifica in materia di stampa, che tutto o quasi sia lecito.
Cosa ne pensate?