La Commissione Europea ha annunciato una indagine antitrust contro alcuni dei maggiori editori al mondo contestando la creazione di un cartello finalizzato ad influenzare il mercato degli e-book nel vecchio continente. Molti e altisonanti i nomi coinvolti, con un attore esterno che rischia di rimanere coinvolto poiché potenzialmente avvantaggiato in modo diretto dalle dinamiche del cartello su cui verranno effettuate le dovute verifiche: Apple.
I nomi che la Commissione Europea tira in ballo sono quelli delle varie Hachette Livre (Lagardère Publishing, Francia), Harper Collins (News Corp., USA), Simon & Schuster (CBS Corp., USA), Penguin (Pearson Group, Regno Unito) e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck (controllata dalla tedesca Macmillan). Tutti questi gruppi, «con il possibile aiuto della Apple», avrebbero concordato pratiche anti-concorrenziali in relazione al mercato degli e-book, il tutto in violazione delle norme antitrust comunitarie.
In particolare, sottolinea il comunicato della Commissione, le indagini approfondiranno il rapporto tra gli editori indicati ed il gruppo Apple, poiché gli accordi tra le parti potrebbero aver generato una restrizione forzosa del mercato riducendo i margini di competitività. Ad oggi non viene indicata alcuna ipotesi ulteriori circa le prossime fasi delle indagini: la Commissione Europea intende prendersi tutto il tempo necessario, pur considerando la questione prioritaria e meritevole pertanto di immediati riscontri. Le indagini hanno preso il via in fase preventiva lo scorso mese di marzo, quando con alcune ispezioni si sono raccolti dati presso alcuni publisher europei per supportare i sospetti che la Commissione giù nutriva nei confronti del possibile cartello degli e-book.
Al momento non è inoltre chiaro su quali contestazioni venga formalizzata l’indagine, ma è presumibile una qualche distorsione ravvisata nelle modalità di accordo tra gli editori ed Apple nell’organizzare le pubblicazioni in digitale sull’iBookstore e nello stabilire i prezzi dei titoli disponibili. Amazon, non citata dalle indagini, potrebbe pertanto figurare in qualità di parte lesa in virtù dell’interesse nella questione dell’ecosistema Kindle.
Una prima presa di posizione è giunta nel frattempo dal gruppo Pearson, che da parte sua ha confidato piena disponibilità alla collaborazione con la Commissione Europea nella convinzione per cui nessuna normativa antitrust sia mai stata violata. La parola passa alle indagini.