Nessuno tocchi Internet. Nessuno cavalchi il momento per avviare scomposte attività censorie sul Web. Nessuno sfrutti il carico emozionale di queste ore per legiferare interventi inopportuni a regolamentazione delle attività sulla Rete. Il succo del filone di pensiero abbracciato da Pierferdinando Casini è chiaro: l’aggressione a Silvio Berlusconi ed il caos creato attorno al mondo di Facebook non vengano strumentalizzati da quanti nutrono ambizioni di controllo nei confronti della Rete italiana.
Casini esprime la propria opinione prima alla Camera e quindi sul proprio sito Web. Quello del leader dell’Unione di Centro è un monito fermo, in difesa della libertà d’espressione pur ribadendo la piena condanna per gli atteggiamenti incauti che troppe persone hanno palesato nei confronti dell’aggressore del Premier. «Internet è un terreno pericolosissimo», ha spiegato Casini, precisando poi come non sia pericolosa la Rete in sé, quanto invece sia pericoloso intervenire senza logica su di un ambito di per sé già regolamentato da leggi esistenti ed applicabili.
«Dal male può nascere un bene: possiamo fermarci un minuto a riflettere, studiando un modo di arrivare a un cammino riformatore, sollecitando la riflessione di tutti, fermando la spirale di odio che c’è. La solidarietà è doverosa, ma la strumentalizzazione dell’evento o l’intimidazione verso altri alimenterà una nuova campagna di odio da cui non può che venire un male. Internet è un terreno pericolosissimo ma occorre prudenza, perché le leggi esistenti già consentono di perseguire i responsabili, la polizia postale fa un lavoro straordinario. Negli Stati Uniti, dove il Presidente Obama riceve intimidazioni inaccettabili su internet, a nessuno è mai venuta in mente l’idea di censurare internet, quindi attenzione su questo versante: guai a rispondere con provvedimenti illiberali davanti a sfide che richiedono tolleranza zero verso i colpevoli». Forte e chiaro. Chiosa Casini, ponendo il definitivo accento sui soggetti della tensione piuttosto che sugli strumenti adoperati: «Censurare internet è sbagliatissimo, censurare i giornali è ancora più sbagliato. Se invece di censurare i giornali li leggiamo, guardiamo come le campagne di odio si fanno da destra e da sinistra. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Noi non saremo certo i primi a scagliarla».
Sono già vari i nomi di quanti hanno pubblicamente dichiarato il proprio impegno per una nuova regolamentazione degli strumenti del Web. Roberto Maroni, ministro degli Interni; Ignazio La Russa, Ministro della Difesa; Gabriella Carlucci, deputati PdL; Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno; Andrea Ronchi, Ministro per le Politiche Europee; Angelino Alfano, Ministro della Giustizia. Il Ministro dell’Interno si pone a capofila: «Farò la proposta in Consiglio dei Ministri, giovedì vediamo. Ho detto che sono allo studio misure ma non ho intenzione di dire quali: lo dirò prima al Consiglio dei Ministri, essendo misure delicate, che riguardano terreni delicati come la libertà di espressione sul web e quella di manifestazione, ancorché in luoghi aperti, pubblici. [È necessario] trovare un equilibrio tra la libertà di manifestazione del proprio pensiero in campagna elettorale e quella di manifestare la propria critica. Tutte queste sono norme che stiamo valutando, per vedere se servono e cosa serve alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni».