Il caso Eolas non si ferma. Il giudice federale di Chicago James Zagel ha rigettato la richiesta di Microsoft di revisione del procedimento avviato dalla Eolas Technology e dall’Università della California nel 1999 ed arrivato a conclusione lo scorso Agosto. In quell’occasione Microsoft fu condannata dal Tribunale federale di Chicago al pagamento di un risarcimento di 521 milioni di dollari per violazione della legge sui brevetti. Ma, cosa più importante, il tribunale di Chicago attribuì ad Eolas e all’Università della California la paternità del brevetto sull’utilizzo di software esterni nei browser, compresi plug-in, applett, ActiveX.
Il giudice Zagel, che al termine del procedimento si è dichiarato «non del tutto idoneo» a prendere una decisione su una materia così complessa, ha anche ordinato a Microsoft di ritirare qualunque software che include la tecnologia incriminata, in particolare il browser Internet Explorer. Questo obbligo è stato sospeso in attesa che Microsoft si appelli, entro 30 giorni, alla decisione di risarcimento.
Microsoft ad ottobre aveva richiesto la revisione del procedimento di risarcimento, differente dall’appello alla decisione, mostrando nuove prove a dimostrazione dell’esistenza di una “prior art” nell’utilizzo della tecnologia brevettata da Eolas. Microsoft aveva cercato di dimostrare che tecnologie di inclusione di software esterni nei browser erano già state sperimentate prima che Eolas procedesse alla registrazione del brevetto e che dunque questo è da considerarsi non valido.
Le stesse osservazioni sono state rilevate dai legali del W3C che alla fine di ottobre scorso hanno richiesto all’Ufficio americano per i brevetti e i marchi di dichiarare illegittimo il brevetto Eolas basandosi su documenti interni del W3C. Il riesame del brevetto, caldeggiato in prima persona da Tim Berners-Lee, è iniziato lo scorso 30 ottobre.
Nella decisione di ieri, il giudice Zagel ha rigettato anche la richiesta di Microsoft di sospendere l’esecuzione della sentenza in attesa delle decisioni dell’Ufficio per i brevetti e i marchi.
La vicenda ha scosso la comunità di sviluppatori Web che dovranno, se la decisione dovesse diventare definitiva, utilizzare tecnologie al di fuori del brevetto per includere applicazioni esterne nelle proprie pagine. Microsoft, Macromedia, Real Networks, Microsoft, Mozilla, hanno già iniziato a mettere a disposizione documenti e dossier che evidenziano le possibili soluzioni al problema e all’interno del W3C è stato istituito un gruppo di lavoro per valutare gli impatti della decisione sullo sviluppo del World Wide Web.
La stessa Microsoft ha già reso disponibile in via non definitiva una nuova versione di Explorer in grado di evitare il brevetto Eolas. I siti Web dovranno comunque essere aggiornati per poter essere del tutto compatibili con la nuova versione di Explorer.