Le norme italiane sulla stampa non possono valere anche per i nuovi mezzi di comunicazione come forum e blog. Non sembra avere dubbi in proposito la Corte di Cassazione, che nella giornata di ieri ha respinto un ricorso presentato da una associazione dei consumatori contro il sequesto di alcuni messaggi di un suo forum online. Il nuovo pronunciamento della Corte potrebbe ora costituire un precedente nella delicata materia legata ai diritti, ai doveri e alle libertà di chi utilizza il Web.
Nel novembre del 2006, la Procura della Repubblica di Catania aveva disposto il sequestro del forum dell’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) in seguito a una denuncia presentata da Mater Onlus, una associazione coordinata da don Fortunato di Noto. Secondo gli autori dell’iniziativa legale, sul forum erano infatti comparsi alcuni messaggi ritenuti ingiuriosi e in violazione dell’articolo 403 del Codice Penale, che comprende il reato di “offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone”.
Determinata a far valere i propri diritti contro un’azione ritenuta meramente di censura, l’Aduc aveva successivamente richiesto l’intervento del Tribunale del riesame di Catania, che aveva giudicato illegittimo il sequestro dell’intero forum. Il Pubblico Ministero aveva così disposto il mantenimento dei capi di accusa per tre soli utenti, autori dei nove messaggi sul forum per i quali era stato ravvisato il vilipendio. Per tutelare i suoi utenti, l’associazione dei consumatori aveva infine deciso di ricorrere in Cassazione e di presentare un’interrogazione parlamentare, passata per ora inascoltata.
A distanza di oltre due anni dall’inizio della querelle legale, ora la terza sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del sequestro dei messaggi incriminati dal forum dell’Aduc, dando dunque ragione all’operato dei magistrati di Catania. Per la Suprema Corte i nuovi mezzi di espressione, come forum e blog, non possono essere qualificati «come un prodotto editoriale, o come un giornale online, o come una testata giornalistica informatica». La Corte prosegue poi sottolineando come i forum: «sono una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole e agli obblighi cui è soggetta la stampa (come indicare un direttore responsabile per registrare la testata) o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che la Costituzione riserva solo alla stampa».
Il pronunciamento della Corte di Cassazione trova naturalmente contrari i responsabili dell’Aduc che, attraverso il sito web dell’associazione, non hanno risparmiato dure critiche nei confronti della sentenza: «Non è d’accordo la Cassazione che ha stabilito la legittimità della censura per tutto ciò che non è “stampa”. Evidentemente, rispetto alle leggi che disciplinano le libertà di espressione dei cittadini, la stampa gode di una sorta di immunità o “via preferenziale”. Un esempio: se il giornalista Tizio scrivesse un pensiero contrario al buon costume su un quotidiano non potrebbe essere censurato, contrariamente al comune cittadino Caio che manifestasse lo stesso identico pensiero su un forum in Internet. In altre parole, per la Cassazione esistono le libertà di serie A e quelle di serie B. E quelle legate alla libera manifestazione del pensiero individuale di chi non e’ giornalista sono di serie B».
La decisione della Cassazione apre nuovi dubbi sullo stato giuridico dei contenuti prodotti con i nuovi mezzi di comunicazione, oggetto ormai da tempo di numerose proposte di legge e di alcune sentenze. La Corte sembra ora distinguere con maggiore nettezza tra testate editoriali regolarmente registrate e semplici siti di confronto online, che non possono dunque sottostare alle leggi concepite per la stampa. La sentenza sembra allontanare da forum e blog l’obbligo (ventilato da alcune proposte di legge) di effettuare una registrazione della testata e indicare un direttore responsabile, ma apre non pochi interrogativi sulla libertà di espressione degli utenti e sulle loro tutele in Rete.