Nei giorni scorsi si è diffusa una notizia che per certi versi aveva del paradossale: nonostante il dibattito fervente in Italia in tema di rapporto tra Rete e copyright, e nonostante le raccomandazioni provenienti dall’Unione Europea, il Ministro per la Cultura Sandro Bondi avrebbe firmato un accordo con la Francia per cooperare sugli sforzi contro la pirateria. L’Italia, insomma, avrebbe velatamente appoggiato il teorema dei “3 strike” (HADOPI) e sarebbe pronta ad introdurre un sistema similare anche nel nostro paese.
Alla luce della poco felice iniziativa del ministro, è utile pertanto segnalare una presa di posizione decisa dall’on. Roberto Cassinelli, da tempo impegnato sul campo per trovare una soluzione conciliante tra le parti su di un tema tanto delicato: «Circolano in questi giorni notizie secondo cui il Ministro Bondi avrebbe espresso l’intenzione di adottare in Italia la normativa francese sull’antipirateria, recentemente approvata dall’Assemblea nazionale. Preoccupato da queste rivelazioni giornalistiche, ho inoltrato una interrogazione al Ministro per sapere se ciò corrisponda al vero, sottolineando come la legge francese contrasti una precedente decisione del Parlamento europeo, ed alcuni diritti inviolabili che in Italia sono garantiti dalla Costituzione e dal Codice in materia di protezione dei dati personali».
L’interrogazione pone un quesito esplicito: «se corrisponda al vero che sia intenzione del Governo disciplinare un contesto complesso e delicato come la pirateria in rete adottando un impianto normativo che contrasta decisamente una precedente decisione del Parlamento europeo ed appare difficilmente conciliabile con taluni inviolabili diritti sanciti dalla Costituzione italiana e dal Codice in materia di protezione dei dati personali».
Varie le osservazioni apportate da Cassinelli contro il modo in cui la dottrina Sarkozy impone la disconnessione agli utenti:
- «troppo severa nella pena inflitta, e sbagliata anche nei metodi: come è ammissibile che si proceda d’ufficio, per decisione di un’Autorità amministrativa, a disconnettere un utente, senza che vi sia una disposizione dell’autorità giudiziaria?»;
- «l’utilizzo dell’indirizzo IP per l’identificazione della persona che scarica illegalmente inevitabilmente porterà alcuni utenti a violare connessioni altrui e ad accedere ad internet mascherando il proprio IP. E questo criterio costringerà le aziende a spendere ingenti risorse per controllare le attività in rete dei propri lavoratori: il testo francese consente all’Autorità di scollegare un’azienda intera anche se un solo computer scarica film o musica»;
- «nel marzo 2008 il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un provvedimento che vieta ai privati di monitorare il traffico internet degli utenti: si tratta di una decisione che, ancora una volta, va nel senso opposto rispetto alla legge francese».
Senza contare, ricorda ancora Cassinelli, l’ingente spesa necessaria per mantenere in vita un sistema di controllo come quelli previsto dalla normativa francese, ove già si sono messe in preventivo decine di milioni di euro: una cifra simile in Italia potrebbe servire per scopi ben più nobili, quali nuovi investimenti nella Rete e nella riduzione del divario digitale a tutt’oggi esistente.
L’onorevole Cassinelli chiude la propria arringa pubblica con un invito: l’utenza partecipi ai lavori dietro le quinte, così che l’azione parlamentare giunga a seguito di una concertazione a cui il pubblico prende parte in prima persona. Il tema è delicato ed il momento è cruciale, motivo per cui l’attenzione della Rete può apportare un valore aggiunto fondamentale nel controllo delle norme esistenti e nella formulazione dei futuri apporti legislativi.