Causa milionaria a tutta birra sull'App Store

I creatori dell'applicazione iBeer hanno citato in giudizio il colosso della birra Molson Coors, accusato di aver copiato il piccolo applicativo con il suo iPint. Richiesti 12,5mln di dollari di risarcimento sulla base di prove apparentemente schiaccianti
Causa milionaria a tutta birra sull'App Store
I creatori dell'applicazione iBeer hanno citato in giudizio il colosso della birra Molson Coors, accusato di aver copiato il piccolo applicativo con il suo iPint. Richiesti 12,5mln di dollari di risarcimento sulla base di prove apparentemente schiaccianti

Il prossimo boccale di birra del colosso Molson Coors potrebbe essere molto amaro e costoso. La società del nord America è stata citata in giudizio da Hottrix, una piccola compagnia specializzata nella produzione di software per telefoni cellulari, con l’accusa di aver copiato il suo iBeer per iPhone con l’applicazione iPint. Attraverso il suo inventore, Steve Sheraton, Hottrix ha richiesto 12,5 milioni di dollari di danni al gigante della birra Molson Coors [pdf].

Sia iPint che iBeer trasformano gli iPhone e gli iPod Touch in una sorta di boccali di birra virtuali. Sfruttando gli accelerometri presenti nel dispositivo, il boccale di birra riprodotto sullo schermo si svuota a seconda dell’inclinazione raggiunta dal terminale. La birra si muove e si sposta all’interno del bicchiere simulando efficacemente i comuni movimenti di un fluido in un recipiente. Il principio di funzionamento delle due applicazioni è pressoché identico ed entrambe hanno compiuto il loro debutto online nella prima metà di luglio, quando Apple aprì ufficialmente il suo App Store per l’acquisto e il download dei software di terze parti per iPhone e iPod Touch.

L’applicazione iBeer di Hottrix fu messa in vendita al costo di tre dollari, mentre invece Molson Coors decise di distribuire la sua applicazione gratuitamente per sponsorizzare la sua birra Carling. Stando alle informazioni fornite dai legali di Hottrix, verificata la presenza di due applicazioni pressoché identiche, la software house cercò invano di raggiungere un accordo con Molson Coors. Constata l’indisponibilità del colosso della birra, i legali di Hottrix decisero di rivolgersi direttamente ad Apple, rivendicando la paternità del boccale virtuale. La società di Cupertino accolse le istanze della piccola compagnia, rimuovendo l’iPint di Carling dal suo App Store statunitense, ma non dagli altri store presenti sul mercato estero.

Determinata ad avere giustizia, ora Hottrix pretende un risarcimento milionario da parte di Molson Coors. La software house sembra essere in possesso di prove sufficientemente attendibili per perorare la propria causa in tribunale. Numerosi documenti filmati risalenti all’estate del 2007, disponibili anche su YouTube, sembrano testimoniare l’attendibilità di quanto affermato da Hottrix, che già all’epoca stava implementando un sistema per simulare un boccale di birra sfruttando gli accelerometri dell’iPhone. Messa dinanzi all’evidenza dei fatti, Molson Coors potrebbe forse tentare la strada di un accordo extragiudiziale con Hottrix. In caso contrario, la disputa sul plagio di iBeer da parte di iPint giungerà nelle aule di tribunale per un processo vero e proprio.

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