Il CD, il supporto digitale protagonista degli anni ’90 e dei primi 2000, spegne la sua quarantesima candelina. Era infatti l’8 marzo del 1979 quando Philips presentò al mondo il nuovo formato, capace di garantire una qualità audio elevata grazie alla memorizzazione digitale anziché analogica. Giunto all’inizio della mezza età, però, non si può dire che questo supporto goda di ottima salute: sul fronte digitale il CD è stato sconfitto dalla digital delivery e dallo streaming, mentre su quello della memorizzazione informatica da chiavette USB, dischi fissi e servizi cloud.
Lo sviluppo del CD cominciò nel primi anni ’70, quando Philips – già inventore della musicassetta – tentò di trovare un nuovo modo di ascoltare la musica, più comodo del vinile e dalla qualità più alta. Nel 1979 nacque quindi il compact disc, un disco progettato in collaborazione con Sony e capace di memorizzare informazioni sonore in digitale, poi lette da un raggio laser.
Il primo disco registrato in questo nuovo formato fu un album di musica classica, in collaborazione con il direttore d’orchestra Herbert Von Karajan e la Berliner Philharmoniker, mentre il primo esemplare di musica leggera commercializzato fu “52nd Street” di Billy Joel. I lettori CD si diffusero rapidamente fra gli audiofili negli anni ’80, quando però risultava ancora molto popolare la musicassetta per via della mania del walkman, per poi raggiungere il loro picco nel 1990. È proprio in questo anno che il disco ottico riuscì a superare il vinile. Sempre negli anni ’90, giunsero sul mercato i CD-ROM, supporti di memorizzazione informatica, seguiti dai CD-R e i CD-RW, ovvero i CD masterizzabili e riscrivibili.
All’inizio degli anni 2000, tuttavia, il formato subì una prima battuta d’arresto, con l’apparizione sul mercato di soluzioni immateriali, come gli MP3, e lettori da taschino in grado di conservare migliaia di brani in uno spazio di pochissimi centimetri. La musica in streaming, particolarmente popolare dagli anni ’10 del nuovo secolo, ha fatto il resto: oggi è il mezzo più gettonato per approfittare dell’ascolto di brani, mentre in ambito informatico i CD sono stati superati da chiavette USB, dischi fissi e dall’archiviazione cloud.
Difficilmente, però, per il CD vi potrà essere una seconda vita, come accaduto per il vinile, oggi uno dei formati audio maggiormente in voga con record di vendita che non si vedevano dal 1990. Pur rimanendo oggi un supporto ancora molto venduto, non presenta quell’appeal retrò tipico del vinile, né la comodità altrettanto tipica dei file immateriali.