A circa un mese dalla pubblicazione della classifica sui cellulari che emettono maggiori radiazioni, un nuovo studio ha messo a confronto le principali ricerche svolte negli ultimi anni per analizzare il rapporto tra incidenza dei tumori e utilizzo dei telefonini. I ricercatori hanno così potuto rilevare numerose discrepanze tra i diversi paper scientifici, mettendo in evidenza come i risultati delle ricerche dipendano molto dalle ipotesi a monte formulate dai loro autori e dalla effettiva capacità di abbattere i margini di errore statistici.
Insieme ai suoi colleghi, Seung-Kwon Myung (National Cancer Center, Corea del Nord) ha analizzato 23 ricerche scientifiche realizzate su un campione complessivo di oltre 37mila persone. «Abbiamo rilevato un’ampia discrepanza negli studi sul legame utilizzo dei telefoni cellulari – rischio di contrarre un tumore» si legge nella ricerca da poco pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Clinical Oncology. Una condizione che fino a ora non ha permesso di giungere a risultati sufficientemente omogenei per fornire un quadro di insieme attendibile. Complessivamente, i dati rilevati non hanno indicato alcuno specifico legame tra tumori e uso di telefonini e telefoni cordless.
Solamente in 8 ricerche, realizzate con metodi di indagine di “alta qualità”, il team di Myung ha riscontrato un lieve aumento dei rischi legati alla contrazione di tumori tra gli abituali utilizzatori di un telefono cellulare rispetto a un gruppo di controllo di saltuari utenti di telefonia mobile. Negli studi di minore qualità, realizzati dunque con metodi meno efficaci per arginare falsi positivi ed altri errori, i risultati si sono rivelati sostanzialmente speculari e tali da non indicare una maggiore probabilità per gli utilizzatori dei cellulari di contrarre un tumore rispetto al resto della popolazione.
Secondo il gruppo di ricerca guidato da Myung, questi ultimi risultati potrebbero essere fortemente condizionati dalla qualità delle indagini svolte dai ricercatori e dalle metodologie messe in campo per la gestione degli errori. Inoltre, lo studio dei 23 paper scientifici non ha consentito al team del ricercatore coreano di giungere a un punto fermo sul rapporto cellulari – tumori. La letteratura in merito è ormai ampia, ma secondo Myung è eccessivamente frammentaria e dunque incapace di fornire dati certi e pienamente confrontabili sulla delicata questione.
Per uscire da questo impasse, secondo il ricercatore gli istituti di ricerca dovrebbero dar vita a indagini di più ampio respiro nel medio e lungo periodo (studi di coorte) per mettere in evidenza gli effettivi fattori di rischio, specie tra gli utenti maggiormente esposti. Fino a ora, un solo studio di coorte sul tema è stato realizzato in Danimarca e non ha messo in evidenza alcun rapporto tra utilizzo dei telefoni cellulari e l’insorgenza dei tumori. La ricerca danese, ricordano Myung e colleghi nel loro articolo, fu però viziata dall’impostazione scelta per condurre l’indagine: furono analizzate le utenze di telefonia mobile e non l’effettivo utilizzo dei telefoni cellulari.
Il recente lavoro del team di Myung dimostra come al momento la comunità scientifica non sia riuscita a fornire valide evidenze sul rapporto tra tumori e telefoni cellulari. Al tempo stesso, però, lo studio non esclude la possibilità che in date condizioni l’utilizzo dei telefonini possa incidere sull’insorgenza di alcune forme tumorali. Il dibattito rimane aperto.