Fa discutere in queste ore il tentativo di censura in atto da parte delle autorità cubane nei confronti di quello che è agli effetti il più noto dei blog i cui contenuti provengono direttamente dall’isola. Occorre ovviamente parlare di semplice tentativo di censura perchè, si sa, ogni intervento censorio in rete diventa spesso un megafono offerto a quanti portano avanti discorsi di protesta: un boomerang che sembra dimostrarsi anche in questo ennesimo caso.
La notizia della censura giunge direttamente dall’autrice di “Generacion Y” (il blog fermato): Yoani Sanchez. La Sanchez fa sapere che tentando di connettersi al blog da provider attivi a Cuba, il blog risulta irraggiungibile a causa di un imprecisato “errore di download” che sembra parlare piuttosto chiaro sulla natura dello stop. Dall’Italia, così come dal resto del mondo, il blog risulta regolarmente raggiungibile e la stessa Sanchez avrebbe già trovato un modo per accedere al server (il sito è ospitato da strutture tedesche) ed aggiornare i propri contenuti.
“Generacion Y” racconta la vita di Yoani Sanchez, 32enne studentessa residente sull’isola cubana, spiegando tutte le privazioni e le difficoltà che il regime di Castro ha imposto alla popolazione. Il blog porta avanti una sottile opposizione politica che in questa fase di transizione dopo l’abbandono di Fidel Castro (in favore del fratello Raul) ha evidentemente stuzzicato le nuove gerarchie delle istituzioni politiche del paese. La voce della Sanchez, inoltre, sembra la dimostrazione prima del fatto che la nuova politica di “liberalizzazione” tecnologica promessa da
Il blog censurato ha raccolto nel solo mese di febbraio ben 1.2 milioni di contatti, tutti utenti interessati a leggere l’originale punto di vista interno di una voce “dissidente” divenuta con tutta evidenza eccessivamente scomoda. La Sanchez, però, non demorde dimostrando così il proprio credo nel potere della rete contro i regimi ed in favore della libertà di espressione: «non c’è censore che possa fermare la gente autenticamente determinata ad accedere ad Internet». A proposito di quanto silentemente portato avanti dalle autorità cubane, inoltre: «stanno ammettendo che non può esistere possibilità di pensiero alternativo a Cuba, ma la gente continua in qualche modo a leggermi».