Presto sarà possibile cercare contenuti all’interno di Facebook: laddove era finora possibile soltanto cercare nomi o pagine, presto si potranno inserire entità che si intendono trovare anche all’interno della propria timeline o di quella di qualche amico che ha condiviso i propri update. Il merito è nell’evoluzione del Graph Search, ossia la ricerca applicata alla struttura portante del social network: i contenuti e la loro suddivisione in categorie ed entità.
«Ora potrete cercare tra gli status update, le didascalie delle fotografie, i check-in ed i commenti per trovare cose condivise con voi». Ogni aggiornamento proprio, oppure ogni aggiornamento condiviso da altri ed alla portata dell’utente che compie la ricerca, è potenzialmente accessibile. La funzione, benché non sia ancora universalmente disponibile, è pronta fin da subito per i primi tester e nei prossimi giorni dovrebbe giungere sulla bacheca di un miliardi di utenti attivi sul network.
La ricerca è però differente rispetto ai canoni a cui Google ha abituato l’utenza online: in questo caso non si cercano prettamente parole all’interno di testi, quanto piuttosto caratteristiche specifiche di informazioni proprie del corollario della propria esperienza Facebook. Alcuni esempi forniti dal comunicato Facebook: “Post about Dancing with the Stars by my friends” cercherà aggiornamenti relativi alla trasmissione tv “Dancing with the Stars” caricati sul social network dai propri amici; “Posts written at The White House” per cercare tutti gli aggiornamenti disponibili e scritti previa localizzazione presso la Casa Bianca; “My posts from last year” offrirà un estratto dei propri aggiornamenti dell’anno precedente; e così via.
Le ricerche saranno compiute ovviamente non soltanto all’interno dei contenuti espressamente condivisi con l’utente che compone la query, ma affonderanno la mano anche all’interno di tutta la massa di aggiornamenti pubblici disponibili sull’intero network: data la massa di utenti iscritta e la crescente tendenza ad aprire gli aggiornamenti invece di chiudere tutto a cerchie ristrette, le funzioni del Graph Search promettono di restituire materiale sempre più interessante con il passare del tempo.
Graph Search
Per poter accedere alle nuove funzioni di ricerca occorre anzitutto essere abilitati al Graph Search (disponibile per coloro i quali utilizzano Facebook in lingua inglese). A tal fine è necessario anzitutto iscriversi all’apposita lista di attesa aperta ormai da tempo. Una volta abilitata la funzione sarà possibile compiere ricerche del tipo “Foto che mi piacciono“, “Foto scattate a Milano dai miei amici“, “Ristoranti di Roma in cui sono stati i miei amici“, “Persone a cui piace Webnews nella mia stessa città“, eccetera. Formalmente Facebook parla di una «ricerca tra le connessioni» ed è in effetti questa la descrizione che meglio delinea quel che è il Graph Search: un modo per rovistare tra i contenuti non accedendovi soltanto in ordine cronologico così come è stato fino ad oggi, ma anche esplorandone le relazioni con varie entità, oppure filtrando una massa di contenuti alla ricerca di qualcosa che si annida nel passato.
Con la ricerca tra le connessioni di Facebook le persone possono esplorare il sito in un modo tutto nuovo. I risultati ottenuti con questo strumento sono diversi per ogni persona e si basano su cosa hai condiviso con ciascuno. Le tue impostazioni della privacy determinano cosa vedono i tuoi amici quando effettuano una ricerca.
Le funzioni di ricerca con Graph Search sono suggerite dall’interfaccia di ricerca, ove le query principali sono elencate in una finestrella a scomparsa che facilita la composizione della stringa con cui avviare il filtro sui contenuti:
Il Graph Search rappresenta una svolta importante per il social network poiché consentirà di percorrere il passato con rapidità istantanea, il che di fatto cambia tutto nell’esperienza di fruizione (focalizzata sul flusso di contenuti del presente) del social network. Ed è un cambiamento nel quale il Graph Search rappresenta soltanto uno dei tasselli noti. L’annuncio degli hashtag prima e della possibilità di modificare i post poi, infatti, vanno nella medesima direzione e plasmano un Facebook nuovo, più ricco e più capace di mettere in luce l’intero corpus dei contenuti ospitati.
Simbolicamente, è come se Facebook avesse ora una nuova dimensione: non soltanto la figura planare delle community e nemmeno soltanto la tridimensionalità dell’approfondimento sui contenuti, ma anche la quarta dimensione temporale della ricerca e della modifica del passato: una sorta di macchina del tempo virtuale che scava un tunnel all’interno delle timeline per filtrare quel che più può tornar utile alle necessità dell’utente all’interno della sua esperienza di networking.