McAfee ha comunicato tutta una serie di dati secondo i quali risulta evidente il fatto che talune ricerche compiute in rete rappresentano un grave pericolo per l’utenza in quanto i risultati rappresentano una concreta minaccia per la sicurezza. Un buon posizionamento nei motori di ricerca, infatti, non è un’esclusiva e l’industria del malware sa come muoversi nel settore. Non solo: i malintenzionati sanno esattamente cosa cerca l’utente e sanno come posizionare i propri siti per attrarre la massa a cui propinare i propri stratagemmi truffaldini. Musica e tecnologia, dunque, risultano essere gli ambiti più colpiti dai professionisti del malware.
L’ambito che risulta particolarmente colpito è quello musicale, con particolare riferimento all’ambito P2P: cercare termini quali “BearShare”, “LimeWire” o “Kazaa” significa andare incontro ad un malware nella gran parte dei casi. La ricerca è stata compiuta cercando sui principali motori (Google, Yahoo, Live Search, AOL, Ask.com) 2300 keyword d’uso comune e vagliando i risultati con la tecnologia SiteAdvisor (strumento di interazione grazie alla quale McAfee monitora i pericoli della rete grazie alle segnalazioni provenienti dagli utenti). Secondo i primi dati comunicati in anteprima ben il 42% dei risultati legati alla parola “screensaver” sarebbe ad esempio un potenziale viatico verso il malware: l’uso di SiteAdvisor (giunto ormai a 50 milioni di download), suggerisce tra le linee McAfee, permette di vagliare in anticipo i risultati dei motori offrendo altresì uno strumento per arricchire il valore intrinseco della community e dei vantaggi ottenibili da un canale comune di segnalazione.
Il risultato del “The State of Search Engine Safety“, in ogni caso, ha un suo risvolto confortante: la percentuale di siti identificati negli indici dei motori sotto esame e contenenti una qualche forma di pericolo è in calo dell’1% rispetto al 5% della scorsa edizione (il tutto va commisurato comunque a volumi di search pari a 276 milioni di query mensili). Inoltre i siti malevoli che compaiono negli spazi promozionali dei motori sarebbero in calo dall’8.5% dello scorso anno all’attuale 7%, andando comunque ad occupare una importante fetta che mette i motori in una posizione di difficoltà: i motori stessi, infatti, traggono lucro anche dai click verso siti truffaldini, condividendo dunque con essi il vantaggio traibile dal click.