Il valore dei dati e il vantaggio competitivo che un business può trarre dalle soluzioni legate alla loro analisi. Questi i punti attorno ai quali è stata organizzata la prima edizione di Cerved Next, evento andato in scena ieri a Milano, una giornata intensa, fitta di appuntamenti, workshop e dibattiti che tra le altre cose hanno toccato tematiche legate alla sicurezza, al marketing e all’intelligenza artificiale.
Ad aprire l’agenda l’intervento di Marco Nespolo, CEO di Cerved Group, salito sul palco per sottolineare l’intenzione di rendere l’incontro una finestra su quanto concerne la Data Revolution, la transizione in atto verso una nuova forma di economia che gli addetti ai lavori definiscono Data Driven Economy. Una metamorfosi che sta avendo e avrà sempre più un impatto diretto su ogni forma di attività, indipendentemente dalle dimensioni o dall’ambito di appartenenza, un cambiamento di tipo disruptive, irreversibile e irrefrenabile. La gestione e l’elaborazione dei dati, dunque, al centro di tutto, ma sempre con un’attenzione particolare alla loro tutela.
Sull’argomento sicurezza è intervenuta Augusta Iannini, Vice Presidente dell’Autorità Garante Privacy, a un mese e mezzo circa dall’entrata in vigore del GDPR. Le sue parole hanno il tono di una rassicurazione: bisogna anzitutto comprendere che la natura della normativa è quella di un regolamento (come suggerisce il nome per esteso) e non un freno all’innovazione, come invece molti anno interpretato. La sua introduzione non è stata indolore, molte aziende l’hanno vista come l’ennesimo peso da caricarsi sulle spalle. Il Garante ammette che si è fatta un po’ di confusione e che le informazioni non sono sempre state del tutto chiare nemmeno sulle eventuali sanzioni comminate in caso di mancata conformità.
L’Autorità afferma di essere a disposizione per fornire supporto qualora dovesse rendersi necessario, ma solo dopo che le società si sono attivate come previsto per condurre in autonomia una valutazione. Occorre inoltre destinare la giusta attenzione alla nomina e alla formazione delle nuove figure professionali introdotte dal regolamento: una su tutte il Data Protection Officer, che per svolgere il proprio compito deve disporre di competenze specifiche, trasversali, spesso impossibili da apprendere con i soli corsi nati ad hoc.
Si è inoltre parlato del punto di incontro tra intelligenza artificiale e marketing, un connubio dall’enorme potenziale nelle mani delle aziende disposte a investire in questa direzione. Secondo Sasha Wijeyesekera, Head of Business Development di Cerved, se oggi abbracciare il trend è ancora un’opzione, in un futuro non troppo lontano diverrà un obbligo, pena l’essere esclusi da un mercato sempre più competitivo. Per capirlo è sufficiente affidarsi a una proiezione: si stima che entro il 2025 circa il 95% delle interazioni online sarà gestito da piattaforme basate su una qualche forma di IA.
Non si commetta però l’errore di pensare che l’integrazione dell’intelligenza artificiale nell’attività di marketing o promozione equivalga a estromettere il fattore umano o a ridurne l’importanza. Non è così: algoritmi e soluzioni software in grado di analizzare enormi volumi di informazioni consentiranno al personale di concentrarsi esclusivamente su quelle che costituiscono un reale valore aggiunto, ottimizzando tempi e risorse. Si può dunque parlare di uno strumento capace di convertire i Big Data in Smart Data. È questo il vero passo in avanti.
A Cerved Next si è parlato anche di credito e di come gli operatori del settore possano beneficiare delle innovazioni connesse alla Data Driven Economy. Tra questi ING Direct, che all’appuntamento milanese ci ha parlato di come i dati possano costituire un asset su cui costruire prodotti innovativi, in questo caso una soluzione di instant lending destinata alle piccole e medie imprese.