Giù il sipario, il CES 2012 si è chiuso. Le notizie fluite in questi giorni hanno dato riconsegnato chiaramente l’idea di quel che il comparto propone per il futuro: televisioni connesse ed intelligenti, smartphone sempre più centrali nella vita di ogni giorno, tablet in cerca d’identità ed una moltiplicazione di soluzioni ibride che cercano nuovi concept su cui ritagliare nuove nicchie di mercato.
L’anno degli Ultrabook, inoltre: nati sotto il sospetto di una mera copia degli ultrasottili di casa Apple, i nuovi device sembrano in cerca di una identità propria ed in futuro potrebbero candidarsi in qualità di form factor standard per il computing mobile. La moltiplicazione delle offerte è quel che più di ogni altra cosa costringe a guardare con positività all’offerta: sono in molti a crederci e se il prezzo incontrerà i favori della domanda allora si aprono nuove prospettive in grado di risollevare le prospettive del settore.
Vincitori: Nokia e Android
Nokia, anzitutto: l’offerta Lumia 900 sembra aver convinto, meritandosi quantomeno una chance. Quando il device giungerà nei negozi USA, sarà accolto da un tappetino rosso fatto di riconoscimenti e di buone recensioni, un approccio favorevole che fino ad oggi né Nokia né Windows Phone avevano mai calamitato. Per
Android, inoltre: la moltiplicazione dei dispositivi presentati al CES 2012 rende evidente come il sistema operativo di Mountain View sia ormai generalmente apprezzato per le sue molteplici capacità, per la sua ecletticità e per la capacità di adattamento su di un’alta gamma di dispositivi.
Vinti: RIM e Microsoft
Research In Motion esce evidentemente a testa bassa: non aveva offerte da portare avanti, il momento non era quello giusto ed il CES, nonostante un forte impegno a livello di presenza, non lascerà traccia nella storia del gruppo.
Microsoft non ha stupito con Kinect e non ha voluto portare altro all’evento di Las Vegas. Ma è stata una “sconfitta” calcolata: il gruppo aveva già preannunciato che sarebbe stata l’ultima volta di Ballmer a Las Vegas e si è comportato di conseguenza. Semplicemente, i ritmi della fiera non si adattano ai ritmi dei nuovi prodotti Microsoft e la scelta è stata pertanto quella di cambiare strategia e salutare il CES chiudendo qui un rapporto ventennale che ha scritto la storia sia del gruppo che dell’evento. Windows 8, Skype ed altri pezzi grossi, quindi, non si sono visti: tutto frutto di una strategia precisa in cui il CES è rimasto giocoforza sacrificato.
Non pervenuti
Apple, ovviamente: Cupertino parlerà al proprio pubblico nelle prossime settimane, in altra location e con evento dedicato. Windows 8, inoltre: il sistema operativo ha sì fatto capolino al CES, ma non era questa l’occasione per incidere; il sistema operativo giungerà sul mercato solo nella seconda metà dell’anno ed è soltanto a partire dalla prossima beta che inizierà a farsi sentire con forza. Skype, atteso sui Windows Phone, è stato l’assente eccellente: in chiusura ha fatto però sapere di essere in prossimità di nuovi annunci, il che proietta semplicemente al Mobile World Congress di Barcellona ogni ulteriore annuncio.
Cosa ha raccontato il CES
Il CES ha raccontato un settore ancora una volta in grande fermento. Fermento, però, che ad oggi non sembra avere direttrici precise su cui sfogare il proprio impeto: sui tablet la moltiplicazione delle offerte è quasi ossessiva, ma la sensazione è quella per cui nessuno abbia ancora davvero trovato la ricetta per scalfire il dominio dell’iPad; nel mercato smartphone la serie Lumia è l’unica vera grande novità e rappresenta l’unica vera speranza di veder intaccato il duopolio iOS/Android attuale.
Il CES ha raccontato soprattutto di utenti con la vita sempre più connessa, improntata su applicazioni e connettività LTE per portare gli smartphone sempre più al centro della vita quotidiana. Si esce dall’evento dopo una vera e propria abbuffata di annunci, molti dei quali sottovalutati poiché schiacciati dal ritmo frenetico delle giornate di fiera. La parola passa ora al mercato, ove le sentenze arriveranno nei mesi a venire a colpi di acquisti.
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