Lo scorso anno la rivista Forbes lo ha inserito al 61esimo posto nella classifica delle celebrità più influenti al mondo. Il suo guadagno nel corso del 2013 è stato stimato in 82 milioni di dollari. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra i quali ben cinque MTV Movie Awards. Nella sua carriera ha diretto un gran numero di colossal hollywoodiani, come quelli della serie Transformers che si appresta a tornare nel 2014 con il quarto capitolo. Tutto questo non sembra però essere sufficiente per gestire con calma e tranquillità un imprevisto nel corso di un intervento pubblico.
L’imbarazzante situazione che ha visto protagonista Michael Bay sul palcoscenico del CES 2014 non ha precedenti: introdotto come la star della conferenza Samsung per dare importanza all’annuncio di un nuovo televisore Ultra HD, il regista ha abbandonato a testa bassa il palco dopo pochi secondi, lasciando i presenti in sala interrogarsi su quanto appena accaduto. Per capire meglio cosa è successo, è possibile dare uno sguardo al filmato in streaming di seguito.
Qualche ora dopo Bay è intervenuto sul proprio blog ufficiale, fornendo la propria versione dei fatti e spiegando il perché della sua inaspettata fuga. A quanto pare, il tutto è da ricondurre ad una tempistica errata della sua entrata in scena, che ha creato confusione nel teleprompter (o “gobbo”), lasciando così il regista letteralmente senza parole.
Wow! Mi sono appena messo in imbarazzo al CES. Stavo per parlare di quel meraviglioso televisore Ultra HD curvo da 105 pollici. Raramente associo il mio nome a quello di un prodotto, ma questo è davvero stellare. Ero così ansioso di parlarne che non ho aspettato terminasse l’introduzione e a quel punto il telepromoter si è perso. Ha iniziato a scorrere il testo avanti e indietro, poi sono sceso dal palco. Penso che gli show dal vivo non facciano per me.
Una performance che di certo sia Samsung che Michael Bay avrebbero volentieri evitato, soprattutto se si considera l’importanza dell’evento in questione. Al regista va comunque riconosciuto il merito di essere tornato a parlare dello scivolone in prima persona, ammettendo i propri limiti senza troppi giri di parole.