La missione lunare indiana nota come Chandrayaan-2 è cominciata alle 14:43 ora locale (le 11:13 ora italiana) del 22 luglio. Grazie al missile Geosynchronous Satellite Launch Vehicle (GSLV) MkIII-M1 dell’Indian Space Research Organisation (ISRO), la missione è partita dalla base spaziale Satish Dhawan Space Centre, a Sriharikota, in Tamil Nadu.
Il lancio avviene otto giorni dopo la data di decollo originale di Chandrayaan-2, posticipata a causa di un malfunzionamento del razzo. Stando ai media, il lancio sarebbe stato interrotto dopo che gli scienziati dell’ISRO hanno identificato una perdita nella fase di riempimento del motore criogenico del razzo con l’elio. L’agenzia spaziale non ha confermato né smentito quanto riportato, limitandosi ad affermare che il problema è stato identificato e risolto.
Secondo la ISRO, il veicolo spaziale dovrà eseguire una serie di manovre che lo posizioneranno in un’orbita translunare e si prevede che raggiungerà la superficie il 7 settembre prossimo. L’obiettivo è quello di far scendere il lander Pragyam sul Polo Sud del “nostro satellite”, un’area finora mai toccata, per esplorarlo in 14 giorni terrestri. La prima missione lunare dell’India, Chandrayaan-1, risale al 2008 e ha contribuito a confermare la presenza di acqua sul corpo celeste. Il Paese prevede di lanciare il suo primo equipaggio entro il 2022.
Quella indiana può essere considerata una missione oltremodo ambiziosa, dal momento che consoliderà la posizione del Paese nell’esplorazione spaziale: d’altronde soltanto gli Stati Uniti, la Russia e la Cina hanno raggiunto con i propri veicoli la Luna.
Il lancio della missione Chandrayaan-2 arriva in un momento in cui il satellite naturale della Terra è sotto i riflettori: con il Moon Day si è infatti festeggiato il 50º anniversario del primo storico sbarco.