Il dipartimento di stato americano ha chiesto informazioni al governo cinese in merito all’attacco informatico subito dal sito Change.org, il quale aveva recentemente ospitato una petizione per ottenere la liberazione dell’artista cinese Ai Weiwei. Il rappresentante americano Daniel Baer, insieme al ministro degli esteri cinesi, ha sollevato forti preoccupazioni circa il problema dell’hacking durante il dibattito sui diritti umani tenutosi alla fine di aprile.
Change.org è un network di petizioni online ed è stato vittima di un attacco informatico di tipo DDoS proveniente dalla Cina il 17 aprile scorso. L’attacco ha impedito al sito di rimanere attivo per alcuni giorni. Gli attacchi DDoS utilizzano migliaia di computer violati per concentrare tutto il traffico verso un sito Web bersaglio: il flusso di dati è pertanto talmente alto da impedire al sito stesso di continuare a gestire le richieste. Anche se ad intermittenza, l’attacco sta continuando a causare problemi a Change.org tuttora.
Un redattore di Change.org, Joffe-Walt, ha fatto sapere che sarà l’FBI a prendersi cura del caso. Secondo il fondatore del sito, Ben Rattray, il motivo di questo attacco è da collegare alla petizione online riguardante la liberazione dell’artista cinese Ai Weiwei, che è ancora oggi agli arresti da parte delle autorità cinesi. La petizione, al momento del DDoS, aveva raggiungo ben 100.000 firme. Ora ne conta circa 142.000.
In questo ultimo periodo, la Cina è stata identificata come paese d’origine di molti attacchi informatici. Tuttavia il governo cinese ha, ovviamente, preso le distanze da questo tipo di terrorismo digitale, sostenendo che anche il paese stesso è costantemente vittima dei cracker.