A Villa Contessa Rossa (Cuneo) si è svolta la premiazione finale di una delle più attese startup competition del periodo, la 360by360, ideata dall’omonima Venture capital e con omologo premio: ben 360 mila dollari. Tra le 22 startup italiane che si sono confrontate, ha vinto una piattaforma molto particolare, che unisce la tecnologia crowdfuding con le aste di beneficenza vecchio stile.
La 360by360 competition chiusa lo scorso settembre dopo una call di grande successo, aveva raccolto 22 startup candidate, alcune scelte direttamente dall’organizzatore tra oltre 400 candidature, altre arrivate tramite altri segnalatori. Una selezione di altissimo livello, non solo orientata al digitale (il trend digitale delle startup è ormai alle spalle anche in Italia), ma anche al medicale, all’harware e a molti altri settori.
I vincitori: CharityStars
Basterebbe seguire il flusso di tweet di 360by360 Competition per rendersi conto della lunga giornata di pitch e dell’emozione per questa vittoria. La startup risultata vittoriosa ha superato nomi anche noti dell’ambiente, come Atooma (che peraltro è da oggi a New York per VentureOut), Wanderio, BuzZoole (appena incubata da Digital Magics), e ha convinto la giuria composta da persone con la vista lunga come Luca Ascani (Co-founder & Chairman di Populis), Max Ciociola (Founder & CEO di musiXmatch), Antonio Leone (Direttore di Italian Angels for Growth), Massimo Sideri (giornalista del Corriere della Sera) e lo stesso Fausto Boni, appena entrato nel board di Italia Startup.
La giuria e il vincitore della Competition Charity Stars pic.twitter.com/IxoplW6uwU
— 360by360 Competition (@360by360) December 3, 2013
CharityStars nasce con lo scopo di raccogliere fondi per il terzo settore attraverso una piattaforma che combina no-profit e nuove tecnologie. L’intuizione del founder, Francesco Nazari Fusetti (ricordate ScuolaZoo, la community di studenti? L’ha fondata lui), si basa sull’osservazione che la raccolta fondi di tipo analogica è sempre meno attraente e produce sprechi. In soli cinque mesi, invece, la startup ha raccolto oltre 58 mila euro coinvolgendo 50 testimonial e 29 onlus tra cui WWF, Save the Children, Emergency, Telethon e molti altri.
Questa startup è stata segnalata alla competition grazie al premio Gaetano Marzotto e si è fatta le ossa sei mesi a San Francisco, con Mind The Bridge. Una garanzia. In questo momento, per quanto molto giovane, è una startup da tenere d’occhio anche per la sua potenziale internazionalizzazione: è difatti una delle poche realtà europee di celebrity fundraising che aiuta le organizzazioni no-profit, ed è l’unica startup a farlo, mentre le altre sono aziende più grandi che fanno responsabilità sociale d’impresa.