Questa è una vicenda emblematica del Web 2.0, sia dal punto di vita antropologico che economico. Chatroulette, la più famosa chat “al buio” del mondo, inventata da un giovane russo, Andrey Ternovskiy, è in crisi. La colpa? La sua fortuna iniziale: l’esibizionismo dei suoi utenti.
Nel giro di pochi mesi questo sito è passato dalla gloria di numeri straordinariamente alti, che facevano pensare a un successo ancora più repentino di Facebook, alla crisi più profonda, non solo di numeri ma soprattutto di contenuti.
Nonostante gli sforzi per limitarle, Chatroulette è diventato il luogo preferito per esibizioni al limite (e a volte oltre) del pornografico da parte degli utenti, soprattutto uomini. L’attività più diffusa in queste chat basate sulla conoscenza casuale è, statistiche alla mano, la masturbazione maschile in diretta.
Il diciassettenne Ternovskiy ha fin qui difeso a spada tratta la sua creatura, rifiutando ogni proposta di vendita, e cercando di rilanciare questa idea. Per questo ragazzo, recentemente arrivato negli USA, si è scomodato persino il New Yorker, che in una lunga intervista ha cercato di capire meglio quale possa essere la prospettiva di un sito che sta perdendo visitatori a vista d’occhio.
Secondo il suo creatore, però, non è ancora morto:
Abbiamo ancora cinquecento mila utenti al giorno, il massimo è stato due milioni. Ma come si può essere morti se il tuo reddito è raddoppiato?
Insomma, forse la popolarità di questo sito è in calo, ma non il guadagno. Tuttavia, la quantità enorme di hype (a essere generosi…) e contenuti osceni è così alta che si è dovuto pensare a qualcosa di diverso, per evitare una caduta rumorosa quanto l’ascesa, e l’idea è spregiudicata: rendirizzare verso i siti Web di Hustler (la più nota testata porno americana e mondiale) gli utenti più birichini, bloccando i loro computer.
All’inizio erano centinaia di migliaia gli utenti bloccati ogni giorno, ora il tasso è di circa un utente ogni duecento: Hustler ci paga per questo indirizzamento e noi raccogliamo denaro da una parte e un flusso di utenti sani dall’altro.
In pratica, questo programmatore dai tratti senz’altro geniali, ha inventato il riciclo del flusso di visitatori, da “sporco” a “pulito”.
Il ragazzo russo ha letteralmente scioccato gli americani, ma in una recente visita a Palo Alto, sede di Facebook, ha spiegato che tra i suoi progetti futuri ci sono anche nuovi social network costruiti dal basso (crowdsourcing) e sulla base della stessa logica random di Chatroulette.
Morta o meno la sua prima creatura, probabilmente sentiremo ancora parlare dello Zuckerberg degli Urali.