L’intelligenza collettiva e il crowdsourcing si stanno affermando come una delle componenti più innovative nell’uso della rete tanto che ora anche l’Interpol ha deciso di avvalersi della collaborazione degli utenti affidando loro i molti video dei ricercati più pericolosi.
Facebook, MySpace e soprattutto YouTube sono infatti le novità più importanti che l’organismo di polizia internazionale ha intenzione di utilizzare per veicolare la consapevolezza delle fattezze, delle potenzialità e delle abitudini dei più grandi ricercati. Ben oltre il servizio sociale di “Chi l’ha visto?” e le immagini dei ricercati più pericolosi dal sito dell’FBI, ora l’Interpol cercherà attivamente un aiuto dai cittadini.
«La gente usa questi strumenti per trovare ex compagni di classe o persone dai medesimi interessi. Non c’è ragione perchè le forze di polizia non possano utilizzarli per il medesimo fine» ha dichiarato Ronald Noble, segretario generale dell’Interpol, alla conferenza annuale dei 187 stati membri dell’organizzazione che si è tenuta a Johannesburg.
Al momento già l’Interpol ha raggiunto il successo nella caccia a due pericolosi pedofili grazie alle centinaia di segnalazioni che sono seguite alla pubblicazione dei video che li riguardavano e addirittura, dopo nove mesi di investigazioni infruttuose, il caso di un giovane picchiato e ucciso è stato risolto grazie alla pubblicazione del video relativo. Sono bastate appena 100 visite.
La gente può fare avvistamenti, seguire i fuggitivi, confrontare fotografie di ricercati e uploadare a loro volta dei video: «Il nostro sito ha generato 439.000 visite uniche in 5 anni e ora un video di un ricercato degli Hell’s Angels da solo ha realizzato 400.000 visualizzazioni».