Si è molto parlato del fatto che le aziende vogliono stare su Twitter e che gli investitori hanno interesse ad un piazzamento vicino ai tweet perchè è sulla piattaforma di microblogging che oggi si raduna quella fetta di utenza più interessante. Ora però uno studio NPD, compiuto su su 4.000 utenti attivi su Twitter, dimostra l’evidenza.
Secondo l’istituto di ricerca, infatti, chi possiede ed usa (quindi è considerato “utente attivo”) un account Twitter compra il 77% in più di musica digitale rispetto a chi non lo usa. Visto da un altro punto di vista il 12% di chi ha comprato musica negli ultimi tre mesi ha usato Twitter, una quota che sul totale degli utilizzatori della rete è solo dell’8%.
Il giudizio NPD è quindi implacabile: «Basandosi sulla cronologia dei loro acquisti musicali, è evidente come gli utenti attivi di Twitter sono semplicemente più validi per le etichette musicali».
Tanto sono inclini gli utenti Twitter a comprare musica che non solo il 34% di essi ha comprato musica digitale negli ultimi tre mesi (solo il 16% del totale dei navigatori l’ha fatto), ma addirittura un terzo di essi ha comprato CD musicali (contro il 23% del totale). Inoltre un terzo dei tweeters ha anche ascoltato musica su siti di social networking (il 41% su una radio online e il 39% nella forma di video musicali).
È difficile capire e spiegare il perchè del collegamente tra il sito di microblogging e la fruizione musicale, tuttavia il profilo di chi utilizza Twitter sembra corrispondere a quello dell’heavy user della rete, l’individuo non solo esperto delle possiblità di internet, ma anche sufficientemente curioso e incline alla sperimentazione da provarle. Appare quindi naturale che tale tipologia di utente possa essere anche il medesimo che fa un ascolto importante di musica e che dunque le due cose non siano in correlazione diretta tra di loro. Il legame, tuttavia, c’è. E potrebbe originare importanti opportunità.