Nel 2016, l’universo dei Mac potrebbe passare per la seconda grande rivoluzione, dopo il salto verso Intel del 2005. Si fanno sempre più consistenti le voci di un possibile passaggio alla serie “A” per i computer del futuro, affinché Apple possa avere maggior controllo sulle proprie macchine, nonché non subire ritardi in lanci e distribuzione. Ma dei simili processori, nati per il mobile, saranno sufficientemente evoluti per competere con le classiche proposte del chipmaker più famoso al mondo?
L’indiscrezione proviene da Ming-Chi Kuo, analista di KGI Securities solitamente molto attendibile sulla mela morsicata, considerate le previsioni rilasciate e quasi sempre veritiere. Stando a quanto dichiarato, entro il prossimo biennio gli ARM personalizzati da Apple potrebbero raggiungere una potenza pari o superiore ai Core i3 di Intel, diventando così un’alternativa perseguibile per l’universo laptop e desktop. Data questa evoluzione, l’analista si ritiene abbastanza certo Apple possa presentare i primi laptop con processori A9 o A10 entro la fine del 2016, con un processo graduale che non sia troppo traumatico per i consumatori finali.
In un primo periodo, gli utenti potranno scegliere se acquistare un laptop o un desktop indifferentemente con processore Intel o della serie A, a seconda anche delle proprie esigenze di calcolo. Con il passare del tempo, quando gli ARM saranno praticamente sovrapponibili in potenza ai processori oggi in uso, Intel verrà abbandonata definitivamente.
L’operazione porterà con sé tanti vantaggi quanto svantaggi. Sul fronte degli effetti benefici, la possibilità di riprogrammare il calendario dei lanci di nuovi computer senza attendere la fasi di produzione Intel, come normalmente avviene. L’esempio più recente è quello dei ritardi per i processori Broadwell, ritenuti responsabili del posticipo di alcuni MacBook, tra cui il misterioso modello da 12 pollici. Allo stesso modo, i chip ARM potrebbero godere di una gestione energetica ben più volta al risparmio, dilungando così la vita delle batterie, nonché di una ridotta tendenza al surriscaldamento. Su fronte degli effetti negativi, invece, la necessità di riprogettare OS X e le sue applicazioni, comprese quelle di terze parti, alla nuova piattaforma.
Secondo indiscrezioni precedenti e rumor non ancora confermati, Apple sarebbe già al lavoro su questa transizione con la produzione e il testing di alcuni prototipi. Esisterebbe già una versione di OS X “completamente equivalente” a quella oggi disponibile su Mac App Store, mentre in quel di Cupertino sarebbero conservati degli iMac da ben 4-8 processori quad-core a 64 bit, nonché un MacBook da 13 pollici opportunamente modificato. Su queste rivelazioni, che esulano peraltro il commento di Kuo, non vi sono però sufficienti controprove.