OiNK chiude i battenti. Il sito, noto tra gli appassionati di musica e P2P, affonda sotto i colpi dell’Interpol, di un raid organizzato e di un comunicato dell’International Federation of the Phonographic Industry che ne recita le esequie. Il ragazzo 24enne che gestiva il servizio è stato arrestato ed il sito passa a miglior vita con la benedizione delle major e degli autori che in passato oltre al danno si son trovati a dover affrontare anche la beffa. Sul sito ufficiale campeggiano ora i marchi IFPI e BPI, nonchè un comunicato che blocca le attività con poche righe informative: «il sito è stato chiuso in seguito alle investigazioni di IFPI, BPI, Cleveland Police e la Fiscal Investigation Unit della polizia tedesca (FIOD ECD) per la sospetta distribuzione illegale di musica. L’indagine continua con le identità e le attività degli utenti del sito».
OiNK non era un normale sito di distribuzione musicale: il servizio prometteva infatti prodotti in anteprima assoluta, prima ancora che gli stessi fossero giunti sul mercato. Spesso per giungere a tale risultato il sito poteva avvalersi della collaborazione di alcuni insider poco limpidi nei confronti delle major per cui lavoravano: i nuovi brani venivano trafugati prima della loro pubblicazione e finivano su OiNK sfociando quindi sui canali peer-to-peer con grave danno conseguente per autori ed etichette (la cui distribuzione ufficiale viene così bypassata in toto).
Solo nel 2007 il sito era riuscito a pubblicare ben 60 album in anteprima assoluta. Jeremy Banks, a capo dell’unità anti-pirateria dell’IFPI, sottolinea l’importanza dell’operazione evitando che si possa sottovalutare l’attività di OiNK: «non è questo il caso di amici che si scambiano musica per piacere. Questo è un network internazionale che fornisce musica di cui non ha i diritti e la porta online». Per partecipare al network gli utenti avevano il dovere di raccogliere e redistribuire i contenuti tramite BitTorrent, asusmendo così ruolo attivo nel sostentamento del sistema. La rete OiNK era accreditata di 180.000 utenti circa, le cui attività ed identità sarebbero ora sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti.
Secondo l’IFPI il forte calo di vendite del settore è in gran parte causato dalla pirateria ed in questo ambito riferimenti come OiNK hanno un ruolo centrale in quanto portano in rete materiale di valore assoluto e largamente appetibile dall’utenza (la quale poi contribuisce ad una rapida moltiplicazione dei file incidendo direttamente sui numeri di vendita sul mercato). Secondo Slick l’operazione ha un’importanza sua del tutto particolare motivata nell’arresto del responsabile del network: «solitamente gli individui in questa posizione vengono presi in custodia senza arresto, invece quanto successo oggi è un po’ fuori dalla norma».