Due nuove, illustri vittime, soccombono sotto i colpi
della crisi che si è abbattuta
introiti pubblicitari in Rete: Automatic
Media, la società che pubblica le webzine Feed
e Suck.com, ha annunciato la fine della
sua attività con uno scarno comunicato apparso sul proprio sito.
«Abbiamo cessato le operazioni per limpossibilità di
garantire ulteriori finanziamenti,» si legge collegandosi alla home page di
Automatic Media. «Stiamo sperimentando gli effetti del recente raffreddamento,»
scrivono dal canto loro nella lettera di arrivederci ai lettori Stefanie Syman
e Steven Johnson, fondatori di Feed: «Crediamo ancora fortemente che i
contenuti, su web, possano arrivare a sostenersi da soli, ma Automatic
Media non può soccorrerci finché non giunga quel giorno».
Feed e Suck erano state fondate separatamente sei anni fa,
nel 1995, agli albori dello sviluppo di Internet. Feed era una pubblicazione
bimestrale focalizzata sui media, la cultura, la tecnologia, larte e la
scienza. Insieme a Suck, si distinse subito per lo stile scaltro ed
irriverente. Lo scorso anno i due siti si erano uniti nel tentativo di
superare il rallentamento dei profitti pubblicitari. Insieme alleditore
Advance Pubblications Inc. e a Terra Lycos,
avevano dato vita alla Automatic Media Inc.
La chiusura di Feed e di Suck.com segue di pochi mesi le analoghe difficoltà affrontate da un
altro dei pionieri dellinformazione non convenzionale su Internet, Salon.com. Per ovviare alla inarrestabile
flessione dei ricavi pubblicitari, la webzine americana chiede dalla fine di
marzo una sottoscrizione ai propri lettori. In cambio di 30 dollari lanno,
gli abbonati possono navigare su pagine prive di banner pubblicitari, leggere
una speciale sezione politica e visitare le gallerie fotografiche soft-core di
Helmut Newton. Per pareggiare il bilancio, a Salon occorrono 50 mila
sottoscrizioni; allo stato attuale, questa cifra non è stata ancora raggiunta.
Nonostante questo scenario desolante, tutta questa
faccenda apre anche degli spiragli interessanti: Automatic Media non
pubblica soltanto Feed e Suck, ma anche Plastic.com,
una sorta di weblog fondato a gennaio sul quale i lettori pubblicano notizie
scelte dai vari siti di informazione e poi le commentano. A differenza dei suoi
due cugini, Plastic non chiuderà, visto che la sua esistenza richiede pochi
finanziamenti, basandosi sul contributo dei volontari: «Una delle cose belle del nostro giornale è che, a
questo punto, va quasi avanti da solo,» ha dichiarato caporedattore Joey Anuff.
E a questo punto, sono già in molti a chiedersi se il futuro dellinformazione
su Internet non passi anche dai weblog.