Google Health, per la gestione delle informazioni relative alla salute personale e Google PowerMeter, per la gestione delle informazioni relative ai consumi energetici: l’azienda di Mountain View ha deciso di chiudere i due progetti preferendo concentrare altrove le proprie risorse. Un passo indietro che ammette i due fallimenti, ma una chiusura che non rinnega la bontà delle idee: Google professa il proprio credo nei due settori, ma si vede costretta a chiudere quelli che erano rimasti esperimenti di nicchia privi di utilità e diffusione.
Google Health nacque come strumento per offrire agli utenti la possibilità di gestire in modo più intelligente le informazioni relative alla propria salute (peraltro in opposizione al cantiere “HealthVault” aperto dalla rivale Microsoft). Il progetto intendeva generare un sistema di comunicazione tra medico, paziente e sistema sanitario così che la documentazione fosse sempre disponibile, sempre archiviata e veicolata con sempre maggior rapidità. Nobile l’intento, ma scarsi i risultati: Google spiega che il sistema è stato adottato soltanto da piccole nicchie, con baricentro sul mondo del benessere e del fitness. L’impossibilità di raggiungere una popolazione di massa per erigere il progetto a modello di sistema ha determinato il fallimento dell’idea e la decisione di fermare le macchine: a partire dal 1 gennaio 2012 l’operatività sarà fermata ed a partire dal 1 gennaio 2013 non sarà più possibile scaricare i propri dati per avere indietro le proprie cartelle, i propri esami e lo storico dei propri monitoraggi.
Google PowerMeter nacque come sistema informativo che, rendendo palesi i consumi energetici in atto, prometteva di offrire maggior consapevolezza agli utenti. Secondo le stime di Google, il semplice fatto di avere chiaro in mente ciò che si consuma nelle proprie abitazioni porta ad un automatico risparmio del 15% dell’energia utilizzata poiché si ha maggiormente sottomano la situazione. Così come per Google Health, però, il progetto non ha trovato la penetrazione auspicata e sarebbe pertanto utile continuare ad investirvi. A partire dal 16 settembre 2011 il servizio verrà interrotto.
Mosse logiche, ma simbolicamente pesanti: Google va a decurtare dai propri costi alcune voci non più interessanti ai fini del modello di business intrapreso, ma al tempo stesso ammette due gravi sconfitte su due strumenti lanciati in pompa magna negli anni passati. La matrice dell’insuccesso appare peraltro similare: quel che Google non è riuscito a fare è organizzare informazioni “offline” portandole “online”. Il corto circuito si è creato nel tentativo di rendere pervasiva una filosofia diversa di organizzazione e gestione delle informazioni.